Tremila tonnellate di Co2 in meno nell’aria.
Ecco quanto sono sostenibili il territorio della Docg Franciacorta. Il dato proviene dal primo programma di monitoraggio nazionale condotto nel salotto viticolo d’Italia, il primo tra l’altro ad essere stato impiegato a livello territoriale. La viticoltura si dimostra garante della salubrità dell’ambiente. Sono state coinvolte nello studio oltre venti aziende franciacortine. Fautori del progetto i ricercatori di Sata, studio agronomico e il Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali, Università degli Studi di Milano.
Oggetto d’indagine l’impatto ambientale con l’obiettivo di individuare i metodi e le tecniche viticole. Di ogni fase della filiera si sono raccolti i punti di forza e di debolezza. Lo studio ha visto l’applicazione del primo calcolatore italiano di emissioni specifico per la filiera vitivinicola, chiamato Ita.Ca e messo a punto dagli agronomi di Sata. L’analisi ha interessato 1500 ettari di superficie vitata, pari al 60% dell’intera Docg.
Ita.Ca ha permesso di ottenere un bilancio che tenesse conto dei valori di “sequestro”, ovvero l’effetto virtuoso della fotosintesi di un contesto viticolo che sottrae l’anidride carbonica dall’atmosfera per fissarla nella Sostanza Organica al suolo e nelle strutture legnose permanenti. Un effetto benefico, dato che più carbonio viene bloccato permanentemente nel suolo sotto forma di sostanza organica (sequestrato), meno ne rimane in atmosfera sotto forma dei principali gas ad effetto serra.
I risultati hanno ricevuto il plauso del presidente del Consorzio Franciacorta, Maurizio Zanella presente al convegno che ha illustrato il progetto: “Dai dati emersi possiamo dire che la vitivinicoltura nel suo insieme contribuisce a ridurre l’impatto sull’ambiente provocato da numerose attività produttive, in termini di emissioni di gas serra. Attraverso questo progetto confermiamo la sensibilità e l’impegno da parte delle aziende vitivinicole franciacortine alla razionalizzazione dei processi produttivi, orientati alla sostenibilità ambientale ed economica, oltre all’attivazione di programmi di miglioramento che possano accrescere la credibilità e l’autorevolezza del sistema Franciacorta presso i consumatori”.
“Secondo le indagini effettuate – ha detto Pierluigi Donna di Sata, durante la presentazione dei dati – i modelli viticoli franciacortini possono immobilizzare almeno quindici tonnellate per ettaro di CO2 all’anno. Considerando la media delle emissioni è possibile stimare, per la Franciacorta, un credito di quasi dodici tonnellate/ettaro per anno relativi alla sola attività di campo. In considerazione delle attività di cantina e dell’interazione con quelle della viticoltura, all’inizio del duemilaundici con le aziende e il Consorzio Franciacorta fissammo come obiettivo minimo raggiungibile nel primo quinquennio una riduzione di emissioni pari a milleduecento tonnellate di CO2 equivalenti”.