Allarme sulle pubblicità che promuovono vino e alcolici on line e nei social media.
In pericolo sarebbero i giovani utenti che navigano nella rete, tali messaggi li incoraggerebbero a bere, così conferma uno studio condotto da Christine Griffin, docente di psicologia sociale all'Univerità di Bath nel dipartimento che conduce studi sul cosumo di alcol e sul tabagismo.
La ricerca ha esaminato il comportamento di un gruppo di giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni, come rispondono ai messaggi pubblicitari su vini o bevande alcoliche che proliferano sui social media. Questi sarebbero insidiosi e altamente persuasivi proprio a causa del mezzo friendly, tra cui anche le tecnologie mobile, attraverso cui vengono veicolati e dai nuovi linguaggi pubblicitari a misuradell'utente stesso, ritagliati in base ai suoi interessi alla rete di amici, che chiedono la diretta partecipazione ad eventi promozionali.
E proprio le dinamiche Facebook hanno fornito i dati più preoccupanti. Il messaggio veicolato incoraggerebbe i giovani a bere e ad associare l'alcol al divertimento, al piacere e alla socialità. “Marche di alcolici diventano così parte integrante dello stile di vita quotidiano dei giovani, con l'altissimo rischio di rafforzare in questo modo una propensione al bere eccessivo”, ha dichiarato la Griffin. Da qui il suggerimento della psicologa ad una urgente regolamentazione del marketing dell'alcol. A rispondere a questo studio una nota dell' Advertising Standards Agency nella quale si assicura che almeno nel Regno Unito sussistono già regole severe su questo tipo di pubblicità.