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La provocazione

Se l’Agricoltura è la cenerentola di tutti i governi

24 Aprile 2013
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Leggo al risveglio con curiosità l'articolo pubblicato sul corriere.it di Antonella Baccaro dal titolo Squadra snella, 12 ministri. 

È un pezzo dettagliato sui possibili nomi del nuovo governo, Letta o Amato che sia, e si parla ovviamente di Economia, di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. E poi di chi potrebbe andare agli Esteri, chi agli Interni. E ancora alla Salute, al Lavoro, all'Istruzione. E naturalmente non si parla di Agricoltura. È una conferma implicita di quanto poco conti un discastero che invece, secondo noi, è assolutamente strategico per uno sviluppo sostenibile di questo nostro Paese in affanno. Non è un caso che nello scacchiere del nuovo governo descritto dalla giornalista del Corriere della Sera manchino anche indicazioni su chi andrà ad occupare le poltrone di ministro che si occupi del Turismo o dei Beni Culturali. L'omissione sarà pure involontaria ma la dice lunga sull'attenzione delle nostre istituzioni (la i minuscola non è una svista) verso alcuni dei settori chiave che potrebbero consentire all'Italia di ripartire. Insomma, ancora una volta, in quest'Italia che invoca il nuovo, la poltrona di ministro all'Agricoltura è considerata di serie B. E ci piacerebbe essere smentiti se il nuovo presidente del Consiglio decidesse di nominare una figura di altissimo profilo.

Un direttore d'orchestra famoso come Claudio Abbado sostiene che quei Paesi che investono molto sulla cultura sono anche quelli più ricchi. E diventano più ricchi proprio perché a monte hanno scommesso di più sulla cultura che in Italia offrirebbe infiniti spunti. Mentre a me piace chiedermi se in Francia, i nostri vicini che tanto prendiamo ad esempio, un dicastero all'Agricoltura sia la cenerentola di tutti i governi. Io credo di no. Anzi, Oltralpe, un ministero all'Agricoltura è dall'alto peso specifico e chi lo guida non è l'ultimo arrivato. Forse vogliamo sognare e non siamo disposti a smettere di farlo ma ci piacerebbe che finalmente in Italia si cominci a considerare l'Agricoltura (la a maiuscola non è una svista) come uno straordinario volano per l'Italia soprattutto se intrecciato al turismo e ai beni culturali. Ne sanno qualcosa i produttori di vino, gli chef, gli imprenditori di un comparto che ancora oggi, malgrado tutto, sono la migliore bandiera del Made in Italy nel mondo.

F. C.