È una delle più antiche e dimenticate denominazioni siciliane. Incontro il 20 maggio alle 11 con i produttori nell'ambito di Vino & Olio. E sarà anche un'occasione per assaggiare…
È una delle più antiche denominazioni di origine controllate in Sicilia. Ma anche una delle più dimenticate. È la Doc Alcamo. Il nome è quella di una cittadina della provincia di Trapani.
Un centro con radici agricole importanti, culla, per molti esperti, della lingua italiana. Basta percorrere qualsiasi strada nei dintorni di questa cittadina per comprendere quanto la viticoltura sia importante. Tutte le colline circostanti sono dominate da vigneti, in pratica il filo conduttore del paesaggio se si esclude il mare e il monte Bonifato che sovrasta. Ma il problema è che la Doc, nata nel 1972, e modificata due volte (l'ultima quasi sei anni fa) non ha un grande appeal. Molti produttori, anche quelli più rinomati nella zona, l'hanno di fatta abbandonata. Cercare vini a marchio Doc non è impresa facile. Oggi il disciplinare ammette varietà internazionali sia nei bianchi che nei rossi e poi è stata prevista anche la denominazione Alcamo Classico che consente solo l'uso di Catarratto, sia il comune che il lucido.
È probabile che si debba lavorare proprio sul disciplinare che, a nostro avviso, per dare identità a questo territorio (la Doc comprende i territori di nove comuni limitrofi ad Alcamo, da Partinico a Calatafimi) deve restringere e di molto i paletti. L'idea, insomma, che debba dare origine a qualcosa di esclusivo. Solo bianco e solo Catarratto? Perché no. Bianchi e rossi e quindi Catarratto, Nero d'Avola e Perricone? Potrebbe essere un'altra ipotesi. In ogni caso qualcosa di identificabile e meno dispersiva. Ed è probabile che si debba fare qualcosa anche sulle rese per ettaro. Che sono più o meno in linea con quelle di tutta la Sicilia è proprio per questo c'è spazio per restringere il tutto e dare un valore aggiunto.
Di questo e di altro ne parleremo sabato 20 maggio alle 11 presso l'hotel Centrale di Alcamo in via Giovanni Amendola 24, con i produttori (sono tutti invitati) e gli addetti ai lavori. È invitato il sindaco di Alcamo Domenico Surdi ed anche il direttore dell'Istituto vino e olio di Sicilia Vincenzo Cusumano, tra l'altro alcamese doc. Ed ai produttori chiediamo di portare due bottiglie di Alcamo Doc, sarà l'occasione per assaggiarli e commentarli con i giornalisti presenti. E far partire qualche idea per rilanciare la Doc Alcamo. Spesso le denominazioni sono un volano. Ma solo se si lavora per fare bene e al meglio non c'è fine. E solo se si lavora tutti insieme con analogo entusiasmo. Proviamoci. We can try, direbbero gli inglesi.
F. C.