(Gianfranco Vissani)
“Per loro è un gioco, per noi no”. Gianfranco Vissani ci fa giù pesante dopo aver saputo di aver perso una delle due stelle Michelin assegnate al suo ristorante “Casa Vissani” di Baschi (Terni).
“Ma a questo punto ce le potevano togliere entrambe, no? – dice al Corriere – La Michelin è una vergogna italiana, un discorso solo commerciale. Guardi, aveva ragione Gualtiero Marchesi: ma da chi siamo giudicati?”. Il cuoco umbro, classe 1951, negli anni Novanta grande star della cucina nazionale — è stato il cuoco di riferimento di politici come Massimo D’Alema e uno dei primi chef ad andare in televisione. “Bisognerebbe chiedersi chi è in grado di giudicare un ristorante oggi. Io dico solo che il mio è pieno e funziona, mi basta questo – prosegue Vissani nella sua intervista rilasciata al Corriere – Non voglio confrontarmi con altri chef né essere giudicato da ispettori messi in piazza dai francesi”.
“La guida Michelin è una guida di compromessi — ha poi aggiunto —. Loro questa operazione la fanno per pubblicità. La guida non è fatta per gli italiani ma solo per gli stranieri: russi, tedeschi… loro aprono sto libricino”. Vissani è critico con i metodi di giudizio applicati dalla guida rossa e da tutte le guide gastronomiche. Ed è in disaccordo anche con l’assegnazione della terza stella conquistata da Enrico Bartolini al Mudec di Milano: “Io l’avrei data ad Antonio Guida del ristorante Seta, non a Bartolini. Ma è una tombola”.
C.d.G.