Un software, basato su un modello scientifico e chiamato NomaSelector, determina la chiusura ottimale per ogni vino per proteggere il prezioso nettare, di cui l’Italia è tra i primi produttori al mondo, dai cattivi sentori dovuti all’ossidazione, alla riduzione ed al sapore di tappo.
A presentarlo, oggi a Zebulon, negli Usa, è il leader mondiale nel settore delle chiusure alternative per il vino, Nomacorc, che produce più di due miliardi di chiusure all’anno, riciclabili al cento per cento.
Sulla base di fattori come, per esempio, la varietà delle uve, lo stile di vinificazione e la “vita” desiderata del vino, questo innovativo strumento aiuta l’enologo ed il viticoltore fornendo un approccio scientifico alla scelta della chiusura per una ottimale conservazione. Questo modello, assolutamente innovativo, è stato sviluppato utilizzando i risultati dei programmi di ricerca sulla gestione dell’ossigeno presso i principali istituti accademici del vino di tutto il mondo. Questi istituti hanno studiato l’impatto dell’ossigeno trasferito attraverso la chiusura nello sviluppo dei vini, rilevando contemporaneamente il complesso ruolo di diverse pratiche enologiche e dei diversi regimi di esposizione all’ossigeno, fattori che hanno un ruolo importante nel raggiungimento dell’ottimale espressione sensoriale di diversi vitigni. Il NomaSelector “è una tecnologia senza precedenti per l’industria enologica – conclude Malcom Thompson, vice presidente del marketing e dell’innovazione globale per Nomacorc – Se usati in tandem con la linea di chiusure più avanzata, queste innovazioni forniranno ai produttori di vino la miglior chiusura per mantenere qualsiasi vino, da un bianco frizzante ad un rosso corposo, al meglio”.