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La novità

Spumanti Abruzzo Dop, i vitigni Pecorino, Montonico e Montepulciano i più adatti

30 Novembre 2015
Lino_Olivastri_sciabolata Lino_Olivastri_sciabolata


(Lino Olivastri apre con la sciabola la prima bottiglia di bollicine dell'Abruzzo Dop)

Sono stati presentati i risultati del Progetto “Spumanti Abruzzo Dop”, sviluppato da Università di Teramo, Crivea e Codice Citra nel quadro del PSR 2007/2013, Misura 124. Il Progetto prevedeva la verifica dell’attitudine di cinque vitigni autoctoni abruzzesi (Cococciola, Montepulciano, Montonico, Passerina e Pecorino) – alla produzione di vini spumanti metodo Classico nell’ambito della nuova Dop “Abruzzo”.

“A nove mesi dalla presa di spuma i risultati del lavoro svolto fin qui – spiega Lino Olivastri, enologo responsabile del Progetto per Codice Citra – Pecorino, Montonico e Montepulciano si confermano vitigni autoctoni a indole spumantistica con il Metodo Classico; questo è l’esito del consumer test effettuato nelle province abruzzesi dalle delegazioni Ais Abruzzo: si è chiesto ai consumatori di esprimere un giudizio di piacevolezza per fare il punto della situazione sull’evoluzione degli spumanti compatibilmente al loro appeal organolettico”.

“Altra importante acquisizione del progetto – afferma Davide Dias, enologo Crivea – è la consapevolezza che il tempo minimo di 36 mesi (48 nel caso in cui si menzioni l’annata della vendemmia in etichet­ta) previsto dal disciplinare della Dop “Abruzzo” sembra eccessivo: già dopo nove mesi dalla presa di spuma si percepiscono nettamente le caratteristiche dei rispettivi vitigni, in armonia con le note tipiche del metodo Classico.”
“Si potrebbe ipotizzare – dichiara Giuseppe Arfelli, Università di Teramo – una sosta minima di 18 mesi come base di partenza e di 36 mesi e oltre per il millesimato grazie all’azione dei lieviti autoctoni utilizzati, che rendono prontamente disponibili quelle sostanze che durante l’evoluzione sur lie, forniranno le note evolutive”.

Altre considerazioni emerse dal progetto sono relative alle tipologie di spumante previste dal disciplinare “Abruzzo Dop” in funzione del residuo zuccherino. Attualmente l’unica tipologia prevista è il Brut, con zucchero fino a 12 grammi per litro. Le degustazioni di spu­manti non dosati (ossia senza aggiunta di liqueur) hanno permesso di ve­rificare che, anche senza residuo zuccherino, i vini sono molto piacevoli.
“Sembra doveroso fare notare – aggiunge Olivastri – che le tipolo­gie di spumante previste nel disciplinare dovrebbe­ro essere ampliate, inserendone altre due: “Brut nature”, detto anche “Pas dosé” o “Dosaggio zero”, con zucchero inferiore a 3 grammi per litro e “Extra Brut”, cioè con zucchero fra 0 e 6 grammi per litro”.

Infine, a Pescara si sono poste le basi per la realizzazione di una cuvée, che permetta alle cultivar di portare ciascuna il proprio apporto ai nuovi spumanti, diventando al tempo stessa identificativa della Dop “Abruzzo”.
Ma la domanda fondamentale alla quale siamo fin d’ora in grado di rispondere è “Siamo terra da spumanti?”, ha concluso Olivastri. “Secondo noi, sì, senza esitazioni”.

C.d.G.