Si torna a coltivare riso anche nell’Isola. L’iniziativa di un’azienda di Leonforte in provincia di Enna
Un po’ di riso in Sicilia. Il 31 maggio scorso, infatti, l’azienda leonfortese Agrirape ha seminato una piccola parcella di riso.
Una novità se si considera che nell’Isola non è certo un prodotto diffuso, sebbene secondo la tradizione sarebbe arrivato in Italia dagli arabi passando proprio per la Sicilia.
“Abbiamo iniziato questa nuova avventura, che a molti potrebbe sembrare bizzarra, ma che in fondo non lo è affatto”, commenta Angelo Manna, dell’azienda della provincia di Enna. “Tutto nacque circa un anno e mezzo fa – spiega –, quando abbiamo conosciuto lo chef Carmelo Floridia, della Locanda Gulfi di Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, il quale vantava le qualità del riso come alimento e come ingrediente gastronomico e si auspicava che ci fosse in futuro la possibilità di utilizzare nella sua cucina riso siciliano. A quel punto abbiamo approfondito il discorso e siamo venuti a conoscenza del fatto che in realtà in passato il riso in Sicilia era una pianta molto diffusa, soprattutto nella piana di Catania e nella zona di Ribera”.
Ed ecco come è nata l’idea. Di lì a poco l’azienda ha intrapreso una serie di richerche, anche parlando con anziani che hanno ancora dei ricordi delle antiche coltivazioni, consultando documenti storici appartenenti a casate nobiliari siciliane e verificando che, almeno fino agli anni ’30, la coltura del riso era diffusa nell’Isola.
“Probabilmente – aggiunge Manna – due eventi particolari contribuirono a far abbandonare questa coltivazione in Sicilia. La prima riguarda l’unità d’Italia: infatti in seguito alla riunificazione dello Stato Italiano, probabilmente furono promosse delle iniziative legislative volte a disincentivare le coltivazioni di riso siciliano, a favore delle produzioni del Nord Italia, alle quali ovviamente il riso siciliano faceva concorrenza. Il secondo, e ben più importante evento, fu relativo all’intervento fascista noto come ‘la bonifica integrale’, che promosse iniziative di bonifica in diverse parti d’Italia, ponendo fine alla presenza di quelle paludi e acquitrini, che comportavano diversi problemi di tipo ambientale e sanitario, ma che costituivano un ambiente ideale per la coltivazione del riso”.
Lo scorso anno l’azienda ha provveduto a realizzare un piccolo campo sperimentale, in collaborazione con la facoltà di Scienze agrarie dell’Università di Catania. “Sono state fatte nove piccole parcelle con diverse varietà di riso: Roma, Balilla, Thai e Apollo – racconta Angelo Manna -. Il campo ha fornito risultati incoraggianti in merito alla qualità del prodotto ottenuto. In particolare la varietà Roma è sembrata quella più adatta al ns ambiente di coltivazione. Ovviamente nel frattempo ci siamo adoperati a cercare qualche antica varietà coltivata in Sicilia, ma trattandosi di una pianta annuale che non viene più coltivata da diversi decenni, non siamo riusciti a trovare nulla”. Il prossimo passo? Manna non ha dubbi: “Commercializzare presto il nostro riso siciliano”.
Gaetano Luca La Mantia