(Giovanni Bigot, Gian Matteo Baldi, Angelo Gaja e Stefano Poni – ph Canio Romaniello)
di Michele Pizzillo, Cigognola (Pavia)
Tutti sostengono che un grande vino si fa in vigna, ma è possibile misurare la qualità di un vigneto?
Le risposte più comuni sono vaghe e poco misurabili. Si parla del vigneto senza mai entrare troppo nello specifico o al massimo si parla in modo molto accurato e preciso di un unico fattore come se fosse quello determinante, dimenticandosi di tutti gli altri. L’agronomo friulano Giovanni Bigot, dopo anni di studi ed osservazioni, ha messo a punto e brevettato un metodo di valutazione, scientifico e assolutamente innovativo, del potenziale qualitativo di un vigneto, prendendo in considerazione i fattori viticoli che hanno influenza diretta sulla qualità del vino: produzione, chioma, rapporto tra foglie e produzione, sanità delle uve, tipo di grappolo, stress idrico, vigore, biodiversità e microrganismi, età del vigneto. Ed ecco la giusta osservazione di Gian Matteo Baldi, amministratore delegato di Castello di Cigognola, azienda di Letizia Moratti gestita dal figlio Gabriele, dove il progetto è stato presentato per la prima volta: “la vera importanza dell’Indice Bigot è sicuramente il metodo di come gestire la vigna ma, soprattutto, avere la possibilità di confrontare la vera differenza fra le diverse scuole di pensiero in materia di gestione, grazie ad una serie di intuizioni che possono allenare l’occhio a percepire qualsiasi modifica possa avvenire al vigneto. Insomma, occhio ai dettagli che fanno, appunto, la differenza nella qualità del vino”.
(Giovanni Bigot – ph Canio Romaniello)
A catalizzare ulteriormente l’attenzione di produttori, operatori economici, giornalisti, è stato poi Angelo Gaja che ha iniziato il suo intervento con la constatazione: “Che abbiamo bisogno di gente che ti aiuti a pensare perché è importante avere imprenditori e lavoratori che sappiano pensare e autonomamente”. Dopo questa affermazione, Gaja ha percorso i suoi 60 anni trascorsi tra vigna – è stato il primo incarico datomi da mio padre – e cantina, dalla certezza, allora. che la qualità del vino era assicurata dalla cantina e, quindi, esaltazione degli enologi trascurando il vero protagonista, il vigneto appunto. Poi qualcuno ha l’ardire di rimettere le cose a posto e, quindi, a sottolineare il primato del vigneto. E, anche, ad atteggiamenti estremi per esaltare il ruolo della vigna, come le produzioni di vini biodinamici, vini naturali, vini con delle imperfezioni che sono anche una cosa normale”. Da Gaja, insomma, arriva una grande lezione di esaltazione di viticoltore colto, che può essere utile per arrivare ad una sorta di unità tra pratiche del passato e modernità (cita Bartolo Mascarello e Renato Ratti, ndc), ad utilizzare meglio gli strumenti che possono aiutare le produzioni vitivinicole a non perdere quello che si ha già a disposizione. E, puntare sulla viticoltura di precisione, ad incentivare la ricerca, a studiare prima di entrare in vigna o in cantina, a contribuire ad aumentare le risorse finanziarie da destinare alla ricerca”. In pratica, un bel progetto politico – con la p maiuscola –, tanto che con mi affiancava, ci siamo trovati d’accordo nell’individuare nel vignaiolo piemontese un ottimo uomo di governo, magari alla guida di un dicastero che accorpi istruzione, università e ricerca scientifica.
Un assist, questo di Gaja, che introduce la descrizione dell’Indice Bigot, fatta praticamente a quattro mani, cioè il suo ideatore, l’agronomo friulano Giovanni Bigot e Stefano Poni, direttore del dipartimento di scienze delle produzioni vegetali sostenibili dell’Università cattolica di Piacenza. L'Indice Bigot prende in considerazione 9 parametri agronomici per dare ai viticoltori un metodo oggettivo per la valutazione sintetica del potenziale qualitativo di un vigneto e nel modo più sintetico possibile. Tant’è che le misure per poterlo calcolare sono tutte semplici e veloci, non servono attrezzature o strumenti particolari, al massimo una bilancia da campo e l’applicazione 4grapes per registrare i dati (creata proprio per fare un monitoraggio intelligente del vigneto). Dice Bigot: “Il peso dei diversi fattori e la loro valutazione sono stati determinati dall’esperienza ventennale di osservazioni sistematica nei vigneti combinata con i risultati della ricerca vitivinicola internazionale. L’Indice spiega la strada migliore da percorrere per raggiungere la valutazione massima, in quanto risulteranno evidenti i parametri ancora da migliorare. Le misure possono essere fatte da chiunque frequenti con attenzione (e passione) il vigneto, in quanto sono precise ed anche facili da eseguire. E, permette di ottenere una classificazione dei vigneti”. Fondamentale, perciò, per organizzare la scelta vendemmiale, per la programmazione e organizzazione del ricevimento uve. Collega direttamente il vino con il vigneto e quindi è importante nella valutazione dei vini che si fa in cantina assieme all'enologo, un ottimo momento per ridefinire le operazioni colturali per l’anno successivo. È fondamentale nella determinazione del valore economico del vigneto, dato che valori di indice elevati indicano un valore e un potenziale maggiore del vigneto e quindi anche del suo prezzo.
(Angelo Gaja e Giovanni Bigot -ph Canio Romaniello)
L'originalità dell’Indice Bigot sta proprio nel tipo di parametri considerati e nella loro combinazione, basata su tre fattori e, cioè, la conoscenza dei risultati descritti dalla ricerca viticola internazionale, il metodo nelle osservazioni di qualità in vigneto, la valutazione critica dei vini condivisa con lo staff aziendale. A tutto questo si è arrivati dopo che negli ultimi vent’anni sono state eseguite più di 80.000 osservazioni in vigneto, tutte georiferite e archiviate su un database attraverso la app 4grapes, gran parte corredate di foto, in più di 250 aziende e su più di 2000 vigneti, in Italia e all’estero e utilizzando circa 1000 risultati di valutazioni di vini fatte assieme al titolare o enologo aziendale e ricondotte ad un singolo e distinto vigneto. Ad ogni singolo fattore è attribuito un punteggio parametrato con la qualità delle uve e del vino, prendendo come base di partenza i dati dalle principali ricerche scientifiche internazionali e unite ai risultati della propria esperienza; dall’analisi di tutti i risultati per ogni parametro è stata ricavata l’equazione polinomiale che meglio rappresenta questa correlazione tra la misura di campo e il punteggio. Sottolineano Bigot e Poni “i fattori utilizzati nel calcolo dell’indice non contribuiscono allo stesso modo-peso nel determinare il punteggio finale, quindi per poter dare il peso ponderale relativo di ogni parametro è stata fatta un’analisi statistica utilizzando la regressione multipla, sono stati utilizzati i risultati delle valutazioni di circa mille vigneti e rispettivi vini, l’analisi ha determinato il peso percentuale di ognuno dei fattori come contributo al risultato finale dell’indice. Si è potuto così definire, come era da attendersi, che ogni fattore contribuisce con un peso diverso al valore finale dell’indice: alcuni parametri “pesano” il 30 % altri hanno pesi intermedi e infine alcuni il 5%”.
Lo strumento ideale per la raccolta e registrazione dei dati è l’App 4Grapes. Si tratta del più qualificato, approfondito, professionale strumento di monitoraggio basato su un metodo innovativo che permette osservazioni georeferenziate, basato su più di 20 anni di esperienza e raccolta dati di Giovanni Bigot nella gestione della difesa, della qualità e della produttività del vigneto. L’applicazione, di facile utilizzazione, consente di avere sotto controllo la situazione fitopatologica, fenologica e produttiva in ogni momento, ovunque ci si trovi grazie all’utilizzo di soluzioni innovative, funzionalità basate su standard europei e un protocollo di monitoraggio ottimizzato per ogni area. Ed è stata pensata per tutte le persone coinvolte nella filiera vitivinicola: titolare, responsabile vigneti, operaio viticolo, ricercatore universitario, consulente agronomo, enologo, per assicurarsi che le informazioni rilevate non andranno più “perse”, ma archiviate e condivise in tempo reale nella rete aziendale, così da avere una visione globale del vigneto in ogni momento. Per chi, poi, non è ancora capace di riconoscere i sintomi delle malattie della vite, nella app 4grapes è completamente integrata la rete neurale/intelligenza artificiale per il riconoscimento da immagine.
Sono due le modalità operative per la determinazione dell’indice: la raccolta dati in campo secondo le linee guida per il monitoraggio del vigneto può essere fatta dal personale aziendale e inviata alla mail indicebigot@gmail.com, o essere condivisi direttamente dall’applicazione 4grapes all’utente. Si può richiedere alla stessa mail un sopraluogo aziendale che verrà concordato secondo le disponibilità e i tempi necessari. I dati ricevuti verranno elaborati entro 48 ore. Verrà poi inviata una scheda descrittiva dei risultati con il dettaglio dei singoli valori e il punteggio finale per ogni vigneto.