Un olio unico. Che possa diventare l’eccellenza. Non solo in Sicilia. Ma anche in Italia e all’estero.
E’ il progetto ambizioso di Valeria Ajovalasit, fondatrice della cooperativa “Ustica, profumi sapori e colori”. Ha riunito dodici persone produttrici di olio. Insieme hanno aperto il portafogli e realizzato un frantoio nell’isola palermitana. Il primo della sua storia. Prima gli isolani erano costretti a lunghe traversate verso Palermo per la produzione dell’olio. Erano stati molti i contadini che avevano anche rinunciato alla cura e manutenzione degli uliveti. “L’idea nasce proprio da questa esigenza – spiega la Ajovalasit –. Poi abbiamo pensato che da questa esperienza avremmo potuto creare un olio di nicchia, ricercato. Un marchio inconfondibile”. La cooperativa è nata due anni fa. Lo scorso anno le prime moliture di prova. Per capire il funzionamento dei macchinari. Quest’anno il frantoio ha effettuato il primo imbottigliamento ufficiale. Piccole quantità, ma di grande qualità. “Nel nostro olio ci sono la Nocellara, la Biancolilla e la Cerasuola – spiega -. Un olio extravergine che gli esperti hanno apprezzato e che risulta essere molto fruttato”.
Diecimila piante in tutto il territorio, poco esteso, in realtà, dell’isola di Ustica. Ecco la voglia di produrre poco, ma bene. Olio ricercato. Da intenditori. “La prossima tappa sarà il biologico – dice la Ajovalasit –. Due produttori hanno già accettato la mia proposta. Un lavoro duro, difficile e anche dispendioso. Ma sono sicura che porterà a degli ottimi risultati”. Il problema della produzione, quest’anno, a parte il contrasto a qualche malattia degli alberi di ulivi, è stato anche il fatto che molte piante sono giovani. “Per avere un quadro più preciso della situazione bisognerà attendere almeno tre anni – conclude la Ajovalasit –. Ho visto, però, all’inaugurazione del frantoio un bel clima festoso. La gente è entusiasta del nostro progetto”. Per ora l’olio non è in vendita. E non ha anche un nome. Il suo la Ajovalasit l’ha ribattezzato “Vajò”, le iniziali del suo nome e cognome. E magari il nome potrebbe rimanere questo. Un omaggio ad una donna che ha creduto nei profumi, sapori e colori della sua terra.
Giorgio Vaiana