Il locale di successo di Andrea Graziano aprirà una nuova sede anche nel capoluogo. Assumerà 35 giovani palermitani
(Andrea Graziano al centro con i soci Gianluca Cigna e Claudio Bica)
Se avesse dovuto dar retta ai numeri, avrebbe dovuto scegliere Milano e poi Roma, città che mostrano il più alto tasso di “gradimento” dopo Catania.
Lui invece, ha voluto restare in Sicilia ed ha scelto Palermo per aprire il secondo Fud. Dopo aver messo insieme numeri e riconoscimenti da capogiro in soli due anni dall’apertura del locale catanese – 25 mila fan, riscontri positivi da clienti milanesi e romani in Italia e Americani nel resto del mondo, ottime recensioni dagli addetti ai lavori – Andrea Graziano ricomincia dal capoluogo siciliano e, prima dell’estate, aprirà i battenti Fud in salsa panormita.
Duecento metri quadrati in pieno centro, non lontano dal Teatro Massimo, ottanta posti a sedere all’interno e altrettanti all’esterno, ma “con un taglio sartoriale pensato per Palermo – precisa – perché non vogliamo fare una replica del locale di via Santa Filomena, ma legarci al territorio, fare un omaggio alle due bellissime chiese vicine”.
(Lavori in corso nel nuovo locale palermitano)
La formula sarà la stessa, perché è vincente e non si cambia: qualità delle materie prime innanzitutto e “alcune meraviglie gastronomiche palermitane che entreranno in menu e arricchiranno anche la carta catanese. Nuovi produttori e artigiani locali entreranno nella famiglia dei “Fud Pipol” e porteranno nuovi sapori e proposte. In questi due anni siamo diventati i migliori clienti dei migliori produttori in Sicilia e alcuni di questi fanno fatica a stare dietro ai nostri numeri – aggiunge – per questo siamo sempre alla ricerca di nuovi”.
E poi la creazione degli spazi in Fud style affidati, anche in questo caso, all’architetto André Thomas Balla, francese ormai naturalizzato catanese, certamente uno degli artefici del successo di Fud Catania, “che l’anno scorso ha vinto il premio nazionale di architettura bar e ristoranti d’autore ed è attualmente il locale più condiviso in Sicilia”.
Nato come spazio per ospitare ed offrire un aperitivo ai clienti in fila per entrare nell’altro locale che porta la firma di Graziano a Catania, il Sale Art Cafè, Fud è diventato da subito il luogo del panino d’eccellenza. “Avevo lo spazio e mi sembrò giusto analizzare le ultime tendenze della ristorazione, partire da come stavano cambiando le abitudini del cibo, seguire l’esigenza di chi non ha più voglia di passare due ore intorno ad un tavolo per cenare, di chi non vuole spendere troppo, e continua a non volersi privare del gusto di andare a cena fuori – racconta Andrea -. Volevo sintetizzare in un modo semplice e immediato il buono, volevo proporre una ristorazione popolare, accessibile ed immediata. Volevo che tutto fosse siciliano, che il modello del fast food si declinasse ai tempi, alla cultura, ai prodotti e soprattutto ai sapori della Sicilia. Il classico hamburger americano da Fud è diventato un gioco tra bufalo ibleo, manzo ragusano, cavallo, maiale nero dei Nebrodi, insieme ad acciughe di Sciacca, capperi di Salina, pomodorini Pachino, olio extravergine siculo, origano, miele di ape nera, Ragusano Dop, Provola delle Madonie e caprini di girgentana”.
(Fud a Catania)
I numeri del suo successo catanese, esploso in maniera spontanea ed in costante crescita nonostante per una precisa scelta scaturita da una precedente sovraesposizione mediatica, avesse deciso di non fare comunicazione per il primo anno di vita del locale, hanno posto Andrea Graziano al centro dell’attenzione di una serie di imprenditori del settore, oltre quaranta di un biennio, interessati ad ottenere, in franchising, le chiavi del suo successo. “Ma se vuoi fare qualità – spiega – non puoi aprire dieci negozi”. Dunque, dopo una serie di “no, grazie”, ha deciso di proseguire per la sua strada che oggi lo porta ad investire su Palermo insieme con due soci Gianluca Cigna e Claudio Bica, proprietari del Tredicisette in via Siracusa.
A Catania Fud conta 600 coperti al giorno, tra pranzo e cena, ogni giorno della settimana. A Palermo si punta a fare di più perché il locale sarà più grande.
E a quanti chiedono quale sia il segreto del successo che ha fatto diventare Fud un marchio, Andrea risponde che sta tutto “nell’equilibrio fuori dal comune che si è creato tra la qualità del cibo e il design dei luoghi. “Fud è un locale trasversale, dove vengono giovani e meno giovani, gourmet di tutte le nazionalità e ristoratori. È diventato un punto di riferimento anche per quanti frequentano ristoranti di un certo livello”. Una formula frutto certamente della lungimiranza di Graziano, della sua capacità di decodificare le tendenze “e anche di un po’ di incoscienza che mi spinge a realizzare le cose che sembrano impossibili”, aggiunge lui che da sempre è appassionato di buona cucina e negli anni ha messo insieme un patrimonio di conoscenze gastronomiche collezionate in giro per il mondo frequentando i migliori ristoranti e che oggi condivide con i suoi clienti sotto forma di panini gourmet.
(Un bec Burger, uno dei tanti panini che si potranno gustare nel locale di Graziano)
Ma i numeri sorprendenti di Fud non finiscono qui. Nel locale catanese lavorano circa 35 persone di 19 diverse etnie: “Abbiamo fatto progetti anche con rifugiati politici ed alcuni di questi, dopo lo stage, sono rimasti da noi”. Tra poco partiranno le selezioni per il locale palermitano: “stiamo cercando una cinquantina di persone tra i venti ed i 30 anni e di queste 35 saranno per Palermo – conclude Graziano. Abbiamo bisogno di personale in cucina, sala, per la cassa e amministrativi. Non è richiesta particolare esperienza perché faremo noi la formazione”. E intanto pensa già ad un nuovo progetto catanese che spera di far nascere in estate, ma che, al momento, è top secret.
Clara Minissale