di Marcella Ruggeri
Mancava all’appello lo sbarco della propria attività di ristorazione nel centro storico, nella piazza più simbolica e calamitante della città di Messina, dopo i tre punti già aperti con successo, di cui il primo ha inchiodato vari riconoscimenti nel suo medagliere.
Ed ecco che oggi si accendono le luci ne “L’Orso in Duomo” (piazza duomo 8), con cui “L’Orso” dal 2014 (da una ex pizzeria, a sua volta creata, da un vecchio teatro in Via Calapso,12), campione di consensi in pochi anni, si fa in quattro, con un gruppo di giovani imprenditori, di cui gli storici Gianluca e Giuseppe Arcovito e Giuseppe Denaro. Quattro locali con quest’ultimo (oltre a “L’Orso”, “Blanco Beach” che si affaccia sulla riviera nord e si attiva dalla primavera inoltrata fino ad una prima tranche d’autunno e “L’Orso in teglia” dal 2019 sul viale San Martino 172) per cinque ragazzi soci intraprendenti ed il brillante pizza chef Matteo La Spada che ha portato alla ribalta e all’innovazione questa realtà. Il locale, nel 2021, ha anche conquistato il nostro premio Best in Sicily come “Miglior pizzeria”.
(Matteo La Spada)
“L’Orso in Duomo” nasce dall’idea di affermare il concept della pizzeria come una forma di “alta cucina” all’insegna della sperimentazione che si tramuta in uno stile gastronomico (dalla preparazione alla lievitazione) che valuta ed utilizza prodotti di prima scelta e si occuperà anche di ristorazione, al pari del “Blanco” (quindi altra differenza con “L’Orso”), con la stessa brigata di cucina reclutata per il lido (presenti gli chef Francesco Foti e Lilla Peditto) e sarà fruibile tutti i giorni a pranzo e cena ore 12-15,30 e ore 19-24. Per la parte ristorante, il menù prevede materie prime stagionali con antipasti, dei primi e dei secondi sia di pesce sia di carne sia di terra mentre “L’Orso” (chiuso il lunedì) conserva la sua predisposizione di pizzeria, con l’ingegno di alternare tante tipologie di “creature di farina” per i vari palati e per gli stili alimentari, da quella contemporanea, in pala e al padellino (circa 15) e con la sezione friggitoria (i cui fritti prelibati si troveranno anche “al Duomo”). Anche la carta dei vini si presenta molto assortita con un lavoro importante alle spalle ed è evidente dalla cantina a vista condizionata con etichette che caratterizzano il territorio siciliano, ma anche quello di tutta la nazione. Per quanto riguarda le birre, si dà spazio all’artigianalità e alle aziende siciliane e molto apprezzate da accompagnare alle nuove pizze: parliamo dei prodotti del “Birrificio Bruno Ribadi” e del “Birrificio Epica”.
Avendo compreso il potenziale di crescita e il forte interesse in ascesa della gente verso la varietà del piatto unico “pizza”, la società de “L’Orso” sale a bordo di questo nuovo progetto che sta già decollando in mano visto che per il debutto di stasera il nuovo locale accanto alla cattedrale è già tutto prenotato. Qui, il prodotto d’eccellenza “pizza” si diversifica con una lavorazione più lunga ed affinata, rispetto a quello de “L’Orso” (dove si studiano anche gli abbinamenti di farine speciali quali i Grani Antichi Siciliani ed ingredienti grazie all’impegno del Maestro La Spada), per mettere l’ennesimo timbro di ricercatezza: l’impasto (con Farine di tipo 1 e un blend miscelato dallo chef) cambia totalmente a partire dalla doppia cottura perché il disco viene preparato a vapore finché non si caramellizza e poi viene spostato in forno a pietra. Nel menù ci sono una quindicina di tipi di pizza con la nuova versione di amalgama e cottura: i cavalli di battaglia sono una rivisitazione della “Messinese” definita infatti “Messinese secondo ME” con cui si ci sarà da tuffarsi nei sapori forti quali la crema di scarola (in cottura) e scarola in consistenza naturale in uscita per lasciare il sentire di croccantezza, la tipica Tuma che è un primo sale stagionato, Datterino Rosso semi dry, Acciughe del Mediterraneo, pepe e Crema di Parmigiano Reggiano; e ancora un altro gusto di punta sarà “Uno sguardo alle Eolie” con Fiordilatte Italiano, Ventresca di tonno, Capperi di Salina, Uvetta Passa di Zibibbo, Datterino rosso semi dry, cipolla caramellata, terra di olive e polvere di limone. Il locale che era una vecchia pizzeria, ha mantenuto l’ossatura strutturale però è modificato dal punto di vista architettonico con inserti in legno, un arredo elegante con sedie in velluto ed una illuminazione calda e soffusa anche sui tavoli. La capienza prevista all’interno sarà di una sessantina di posti a sedere, con la possibilità di allestire lo spazio esterno antistante la prossima primavera con un’altra quarantina di posti. Ciò che il team societario de “L’Orso” ha costruito è una bella orchestrazione in materia di pizzeria, ma anche di ristorazione a 360° gradi, in un circuito di utenti che amano e prediligono la qualità, destinati ad allargarsi sempre di più e a veicolare un turismo enogastronomico che guarda alla qualità e alla bravura di competenze imprenditoriali e culinarie che si attrezzano con la qualità come quelle de “L’Orso”.