(Eugenio Signoroni, Carlo Petrini, Francesca Lavazza e Giuseppe Di Piazza)
da Milano, Michele Pizzillo
“Da adesso non ci sarà più nessuno che in viaggio per il mondo mi chiamerà, anche la notte, per chiedermi la segnalazione di qualche locale dove consumare la colazione”.
Scherza così Carlo Petrini il presidente di Slow Food Italia nel corso della presentazione della nuova App “Slow Food planet”.
Si tratta della nuova applicazione che l’associazione fondata de Petrini ha realizzato con il supporto di Lavazza, ed è stata presentata a Milano, in uno dei pochi posti “rurali” in centro città, la Cascina Cuccagna dove Lavazza e Novamont hanno allestito il sustainability hub, con la collaborazione dello stesso presidente di Slow Food, di Francesca Lavazza, del coordinatore dell’opera, Eugenio Signoroni e di Giuseppe Di Piazza, direttore di Corriere Innovazione che ha sottolineato come “tre termini stranieri concentrano un mondo di delizie”.
Con Slow Food Planet è come avere un amico pronto a segnalare i buoni indirizzi in cui mangiare, dove andare a rilassarsi con una birra, dove fare colazione, dove comprare un buon pane o un formaggio tipico per un pranzo al sacco nel parco di una città tutta da scoprire.
(La “sustainability hub” allestita presso la Cascina Cuccagna a Milano)
“Ed è proprio la sua complessità a renderla unica nel panorama delle App – spiega Signoroni – perché offre un’esperienza gastronomica completa”. In pratica, un amico, ma globale che vive in tutto il mondo ed è sempre disponibile, basta un click. Aggiunge Petrini: “La vera rivoluzione sta nelle fonti da cui provengono le segnalazioni: Slow Food Planet è resa possibile grazie a una rete di 2.000 collaboratoriche raccolgono e redigono le segnalazioni. Sono i soci Slow Foodpresenti in 150 Paesiche vivono i territori, frequentano i locali del posto e ne conoscono l’offerta gastronomica insieme alle persone che li rendono speciali, chef e artigiani, enotecari e pasticceri. E se qualcosa non va, c’è un nome a cui indirizzare le proteste e persone pronte a correggere gli errori”.
Il legame con il territoriosi esprime anche attraverso un ricco dizionario delle culture gastronomiche di tutto il mondo. Dice Signoroni: “Abbiamo deciso di non tradurre in italiano e in inglese, le due lingue di Planet, le sfumature che caratterizzano la cultura gastronomica di ogni singolo territorio segnalato, ma spiegando ai consumatori il nome dei prodotti che ne sono l’espressione più tipica, se ne racconta la cucina tradizionale e l’atmosfera, se ne approfondiscono le radici storiche”. In Planet si trovano i locali che maggiormente rappresentano l’integrazione di una comunità all’interno della città che la ospita: sono i cosiddetti ristoranti “etnici” o di cucina regionale in metropoli come Torino o Milano, Londra o Singapore. E, aggiunge il coordinatore dell’opera “è il nostro benvenuto ai milioni di visitatori che arriveranno a Milano per Expo2015. Una App fondamentale per aiutare i turisti a viaggiare nel nostro Bel Paese.
Entrando nei particolari, va sottolineato che oltre alle informazioni principali sui locali segnalati – tra cui il momento della giornata migliore per visitarli e l’atmosfera – la moderna interfaccia dell’applicazione ne valorizza immagini e posizione geografica, indicando anche le fasce di prezzo. Le segnalazioni sono raccolte in aree omogenee, città o territori significativi per Slow Food da un punto di vista culturale, paesaggistico e gastronomico che variano da regione a regione e da nazione a nazione. L’opera è in evoluzione e sarà completata entro il 2018 quando saranno monitorate 1.800 aree del pianeta con una dettagliata segnalazione dei locali dove si potranno vivere delle belle esperienze.
Come i locali che esaltano uno dei prodotti simbolo del nostro Paese il caffè. Grazie alla partnership con Lavazza nesono segnalati 150 “in cui vivere una coffee experiencegustando le miscele speciali ¡Tierra!, prodotto cento per cento da coltivazione sostenibile, Kafa, cento per cento monorigine etiope e il nuovo arrivato Etigua, con i Presìdi Slow Food Harenna dell’Etiopia e Huehuetenango del Guatemala”, evidenzia Francesca Lavazza.