di Cristina Gambarini, Milano
“Il mio ricordo d'infanzia è la vigna di mio nonno e tutto ciò che questo significava per la mia famiglia”. Inizia con queste parole il racconto della nuova avventura di Gerry Scotti, che da tre anni ha deciso di dedicarsi a una vecchia passione di famiglia: il vino.
“Sono nato in campagna, e di quei luoghi ricordo tutto, i profumi, i sapori, i colori. Dopo essere stato a contatto con le persone più influenti, dopo essere stato sui palcoscenici più importanti, ho pensato di fare una cosa che mi avrebbe reso felice: provare a fare un vino che mi rappresentasse in tutto e per tutto, genuino, sincero. Ho inoltre capito subito che non avrei mai potuto iniziare da solo qualcosa che non conosco. Così quando si è sparsa la voce che cercavo un vigneto mi sono arrivate offerte da diverse regioni, ma io volevo che questo mio sogno fosse anche un omaggio alla mia terra, l’Oltrepò. Per questo, tra tanti, ho scelto la famiglia Giorgi, una realtà immersa nei territori dove sono nato, che rispecchia i valori in cui credo, che rappresenta la storia vitivinicola dell'Oltrepò Pavese.
I vini Gerry Scotti saranno inizialmente tre, un Pinot Nero vinificato in rosa, un Riesling e l'immancabile Barbera. A questi si è aggiunto uno spumante metodo classico: “Era vicino il Natale e io volevo un vino per le feste. La famiglia Giorgi mi ha accontentato, facendomi uno spumante, così non sono dovuto andare a prenderlo altrove” ha spiegato Scotti. I nomi dei vini rimandano tutti ai termini propri del territorio pavese: Regiù, per la Barbera, è il capofamiglia, il nonno, il Riesling si chiama Mesdì, la luce del mezzogiorno, il Rosato, di un colore rosa tenue, Pumgranin, melograno in italiano. E di questo vino dice Scotti: “La famiglia Giorgi non voleva proprio farmelo un rosato, ho dovuto insistere. Mi dicevano che nella zona si fanno soltanto spumantizzati, ma io lo volevo fermo. Ho insistito e ho avuto ragione”.
Altro discorso invece per lo Spumante, cui Scotti è particolarmente legato perché dice “è un blend di Pinot Nero e Chardonnay che ho voluto io, in etichetta c'è il mio nome. Sono particolarmente orgoglioso perché in Oltrepò gli spumanti si fanno con Pinot Nero in purezza. Questa percentuale di Chardonnay lo ammorbidisce e lo rende più pieno, ma non chiedetemi la ricetta perché è un segreto”.
Fabiano Giorgi, che insieme al padre e ai fratelli si occupa della Cantina, assicura che si tratta di un progetto reale, serio e di qualità. “Gerry è una persona determinata – afferma – e con lui abbiamo intrapreso questa avventura che non finisce qui, perché le intenzioni di fare in grande ci sono. Le evoluzioni arriveranno giorno per giorno: quando si lavora con la terra, con il vino, occorre avere pazienza. Quello che vogliamo è fare un vino buono, che piaccia e con una attenzione particolare ai prezzi, perché vogliamo che possa stare sulle tavole di tutti”. “Il mio unico desiderio – aggiunge Scotti – è di fare bella figura con il mio vino, voglio poterlo bere insieme con i miei amici”. E che si tratti di un vino buono, fatto bene, lo conferma anche Francesco Cerea, del ristorante da Vittorio di Brusaporto, che ha subito detto di voler inserire il rosè Pumgranin tra le referenze della sua prestigiosissima carta dei vini. Ora non resta che brindare!