Tutte donne, maestre dei fornelli, ripropongono la cucina così com’era ai tempi delle loro nonne senza alcuna innovazione.
Sono tradizionaliste doc le cuoche a domicilio di varie regioni italiane che si sono unite in una Onlus da pochi mesi a questa parte. “Cerchiamo di contattare e spronare i produttori e le aziende locali o regionali ad usare la nostra associazione e la nostra cucina, – ha detto Maria Elena Curzio (nella foto sotto), presidentessa e fondatrice dell’associazione – per entrare nelle case, per pubblicizzare, diffondere e sviluppare i loro prodotti, c’è tanto lavoro da fare e questo non solo con i grandi chef, ma con persone che creano l’economia domestica, che usano la cucina del recupero, che insegnano l’educazione alimentare ai figli, per nobilitare la figura della cuoca casalinga, che muove ed è il polso dell’economia del paese”.
L’obiettivo delle cuoche a domicilio è, dunque, quello di riportare in tavola la tradizione, scoprire il gusto e imparare a conoscerlo e riconoscerlo. Un esperimento che ha destato grande interesse durante la manifestazione culinaria Festa a Vico, la kermesse dedicata al mondo dell’enogastronomia e dei suoi principali interpreti, nata dalla mente dello chef Gennaro Esposito del Ristorante Torre del Saracino nel 2003. “Ho deciso di dedicare la mia vita completamente a questo lavoro da cinque anni questa parte. – sostiene Maria Elena Curzio – Si tratta di un lavoro che si realizza con il passaparola. Noi andiamo nelle case, scegliamo il menù, che può essere anche a buffet, con la famiglia e poi pensiamo da sole a tutto il resto: dalla spesa alla preparazione, dal servizio alla pulizia”. C’è anche grande attenzione per le intolleranze al lattosio e celiaci per cui le cuoche a domicilio preparano dei menù ad hoc. Il prezzo? “Di solito – spiega la presidente dell’associazione – se non ci sono richieste di prodotti particolarmente costo si aggira attorno ai trenta euro a persona”.
Piera Zagone