Spinge sulla sostenibilità il Consorzio di Tutela Vini della Valpolicella che ha presentato a San Pietro in Cariano il protocollo di certificazione sulla difesa integrata in vigna approvato da Siquria, società italiana per la qualità e la rintracciabilità degli alimenti.
Il percorso, che prevede due certificazioni indipendenti ottenibili anche singolarmente, sarà attivo dalla prossima campagna vendemmiale. La prima si applica alle uve coltivate con la tecnica della difesa dalle tignole mediante confusione sessuale (un metodo biotecnologico preventivo alternativo all’utilizzo degli insetticidi), mentre la seconda disciplina l’impiego di fitosanitari a favore di prodotti a minor impatto ambientale in attuazione del Protocollo Tecnico di Produzione Integrata del Consorzio.
“Dal 2011 lavoriamo per garantire alla Valpolicella uno sviluppo che risponda alle esigenze dell’ambiente e del territorio – dice Olga Bussinello, direttrice del Consorzio Tutela Vini Valpolicella – con soluzioni calibrate sulle possibilità tecniche ed economiche delle nostre aziende. Il percorso di certificazione rappresenta invece uno strumento che risponde anche alle nuove richieste del consumatore, italiano e straniero, sempre più attento alla qualità e salubrità del prodotto. Sta infatti crescendo la domanda di vini ecocompatibili e biologici, richiesti soprattutto in Germania e Nord Europa, mercati di riferimento per la Valpolicella”.
Il percorso di certificazione della produzione vedrà coinvolto un campione pilota di dieci aziende volontarie e si inserisce nel progetto “RRR – Riduci, Rispetta, Risparmia”, un’iniziativa che in 4 anni ha quintuplicato la superficie coinvolta, arrivata oggi a 2.000 ettari.
“Un prodotto certificato non è solo sinonimo di sicurezza e coerenza alle specifiche tecniche ma anche un prodotto dal valore unico ed esclusivo – dice Guido Giacometti, direttore di Siquria -. Intraprendere il percorso della certificazione significa adottare una politica di continuo miglioramento per garantire sempre più il costante rispetto degli standard qualitativi attestati”.
“Crediamo nel lavoro dei nostri produttori e vogliamo sia questa la forza trainante della Valpolicella – ha detto il presidente del Consorzio di Tutela Vini Christian Marchesini -. I nostri vini piacciono ma dobbiamo continuare a creare valore aggiunto, elementi distintivi e riconoscibili come un marchio di certificazione dei nostri prodotti che ne attesti una qualità oggettiva garantita da un processo di produzione verificato e sostenibile. In questo momento storico non possiamo accontentarci di soddisfare il mercato, è nostro compito sollecitarlo e guidarlo con proposte che si fondano su processi concreti e esprimono un’attrattiva reale”.
C.d.G.