(Agostino D'Angelo)
di Francesca Landolina, Taormina (Me)
Con l’arrivo dei primi mesi primaverili, si apre la nuova stagione a Taormina e arrivano le novità al ristorante Oliviero della struttura Belmond Villa Sant’Andrea. Ai fornelli un ritorno atteso, quello dello chef Agostino D’Angelo. Siamo andati a trovarlo per scoprire chi è e come esprimerà se stesso in cucina.
Agostino è un trapanese doc, 40 anni compiuti e una passione per la cucina che inizia fin da bambino. Un po’ per caso. “La prima volta che cucinai la pasta avevo sei anni, combinai un guaio perché mio fratello mi lasciò da solo in cucina ed io mi diedi da fare. Non sapevo come si cucinasse la pasta e la lasciai ore e ore in acqua. Oggi ricordando l’episodio, ne ridiamo. Ma da allora il mio amore per la cucina è indissolubile. Non saprei vivere lontano dai miei fornelli”, racconta D’Angelo. Innamorandosi fin da piccolo dei sapori della tradizione siciliana, è infatti in famiglia che apprende i segreti della cucina casalinga, insieme alla nonna che trascorreva ore “incocciando” a mano il cous cous; l’arte dell’ospitalità cresce invece spontanea, aiutando lo zio nella sua trattoria. La strada familiare lo porta subito dopo la scuola a intraprendere la carriera professionale nelle cucine di diversi hotel 4 e 5 stelle di varie regioni d’Italia, passando dalla Sicilia alla Toscana.
Dopo diverse esperienze professionali all’estero e a Londra, in particolare, nelle cucine di ristoranti di lusso, tra cui The Ten Trinity Hotel Four Seasons, sceglie di rispondere alla chiamata di ritorno verso la sua terra. Il ristorante Oliviero infatti è il porto verso cui far ritorno dopo aver coltivato la sua fame di esperienze internazionali. “Iniziavo a sentire la voglia di tornare in Sicilia e al Belmond Villa Sant’Andrea sento di poter esprimere al meglio la mia filosofia di cucina che si basa sulla genuinità degli ingredienti autoctoni e sulla semplicità dei gusti della Sicilia più autentica”, afferma. “Dagli anni passati, trascorsi all’Oliviero, ad oggi però le cose sono cambiate, io sono cambiato e di conseguenza la mia cucina, in cui affiorano ricordi della tradizione siciliana ma anche influssi internazionali, quelli arabi tipici della tradizione trapanese e quelli francesi, indiani e asiatici scoperti durante le esperienze all’estero, ma reinterpretati sempre in piatti in cui cerco di suscitare emozioni ed evocare ricordi della mia memoria di bambino”.
Tra i nuovi piatti proviamo il crudo di pesce al fumo, dai sapori nitidi ed essenziali, in cui lo chef esibisce un po’ della tecnica orientale adattata alla materia prima locale;
i ravioli con ripieno di caprino e verdure primavera, il piatto che più ci ha convinto per l’armonia e il bilanciamento dei sapori, combinati nel giusto mix di cremosità, densità croccante e sapidità;
tonno su letto di cipolla di Giarratana;
la cheesecake al gelsomino con spugnoso al tea matcha.