(La capsula compostabile presentata da Lavazza)
da Milano, Michele Pizzillo
È l’innovazione in tazza il nuovo paradigma del caffè Lavazza. Cioè, la messa a punto della prima capsula compostabile cento per cento italiana che ha richiesto cinque anni di ricerca da parte di due eccellenze nazionali, Lavazza e Novamont, azienda leader nello sviluppo e nella produzione di materiali e biochemicals attraverso l’integrazione di chimica, ambiente e agricoltura e che conta 370 addetti i cui una settantina impegnati in attività di ricerca e sviluppo.
La capsula Lavazza sarà realizzata in Mater-Bi® 3G, compatibile con la macchina Minù e sarà disponibile in due miscele 100 per cento Arabica.
A presentare la novità, il vice presidente dell’azienda torinese, Marco Lavazza e l’amministratore delegato di Novamont, Catia Bastioli. Presente anche il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti.
(Catia Bastioli)
La nuova capsula farà il suo debutto all’Expo, ma sarà in vendita dal 2016. “Allora – si chiede Lavazza – da Official Coffee Partner di Padiglione Italia di Expo 2015, potevamo privare di un buon caffè milioni di visitatori che arriveranno a Milano per visitare l’esposizione universale”?
Un ottimo spot per sostenere quello che qualcuno ritiene un evento molto importante perché venga sottovalutato. Certamente non dall’azienda torinese, che si è posto un altro obiettivo con la nuova capsula: il problema del fine vita cioè, lo smaltimento. Con la terza generazione di bioplastiche ottenute da materiali con una più alta percentuale di rinnovabilità essendo a base di sostanze vegetali, Lavazza ha risolto il problema del “fine vita” per le capsule perché si supera la fase del rifiuto visto che torna ad essere risorsa con grandi benefici per l’ambiente. Questa capsula, infatti, sarà raccolta con il rifiuto umido ed avviata al compostaggio industriale, dove capsula e caffè esausto vengono riciclati insieme in compost, concime naturale per i suoli, con un importante contributo alla diminuzione delle emissioni di gas serra grazie alle performance ambientali del materiale.
Ha ragione, a questo punto, il vice presidente de gruppo industriale torinese quando afferma che “finalmente abbiamo raggiunto un importante traguardo scientifico e tecnologico con la prima capsula compostabile, con brevetto Lavazza, realizzata in Mater-Bi® di terza generazione che garantisce un’eccellente qualità in tazza come da standard Lavazza. E proprio nell’anno in cui celebriamo i nostri 120 anni, la capsula compostabile è un esempio concreto di sintesi virtuosa tra innovazione, sostenibilità e qualità. Con questo prodotto il nostro obiettivo è garantire al consumatore una gratificazione emozionale attraverso un caffè espresso perfetto e condividere buone pratiche e comportamenti sostenibili”.
(Marco lavazza)
Aggiunge Catia Bastioli, di Nivament: “È importante sapere che dietro ad un piccolo gesto quotidiano, legato ad un rito e ad un piacere come quello del caffè, grazie alla nuova capsula compostabile Lavazza potrà esserci non solo una migliore salvaguardia dell’ambiente, ma anche opportunità di sviluppo, in un’ottica di filiera integrata nel territorio e di rispetto per la biodiversità”.
Tant’è che durante Expo, Lavazza lavorerà insieme a Novamont e ad Amsa su un progetto che dimostra proprio il valore sociale, culturale ed economico di questo approccio.