di Clara Minissale
Varchi la soglia d’ingresso e potresti essere in qualunque città europea. Ma a ricordarti che sei in Sicilia, ci pensa la merce sugli scaffali e sui banchi. L’antica agrumaia di via San Lorenzo 288 a Palermo, dopo anni di abbandono, tanti che nemmeno i palermitani ricordavano più cosa fosse questa enorme struttura nella parte nord della città, è diventata un mercato coperto, una piazza nella quale incontrarsi, mangiare, fare la spesa.
Sanlorenzo Mercato, che domani aprirà al pubblico, è un insieme di nove botteghe, 2.800 prodotti di 250 diversi fornitori scelti con la logica della filiera corta e della sostenibilità, messi insieme nei 1.500 metri quadrati della struttura originale, arricchita da inserti di design che strizzano l’occhio al riuso.
È stato ricavato all’interno di un vecchio casale dell’800, appartenuto prima alla famiglia Ahrens, che commercializzava derrate alimentari e poi ai Frasca Polara che fino alla fine degli anni ’60 confezionavano succhi di arancia e di limone.
Dalla pasticceria-gelateria-torrefazione al forno, dai banchi di frutta e verdura alla “carnezzeria”, dalla pescheria alla vineria, dalla salumeria alla friggitoria, fino all’osteria, ogni bottega del mercato mantiene la propria identità ma racconta già la storia di un luogo che si propone come vetrina di piccole ma importanti realtà produttive, inserite in un contesto che si avvale della logica della grande distribuzione: sicurezza, pagamento elettronico e controlli di qualità sui cibi. Ma soprattutto è un luogo nel quale si potrà non solo acquistare, ma anche mangiare o portare a casa preparazioni già pronte.
Il Mercato è stato presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, da Dario Mirri, l’imprenditore che ha scommesso su questo nuovo modo di vedere un supermercato a Palermo, Paolo Inglese docente di Scienze Agrarie e Forestali all’Università di Palermo e Francesco Sottile, docente di Colture arboree sempre all’Università di Palermo, agronomo della fondazione Slow Food per la Biodiversità e consigliere di Slow Food Italia.
(Dario Mirri)
“I principi ai quali ci siamo ispirati – ha detto Mirri – sono divertimento e accoglienza. San Lorenzo, storicamente, era un quartiere pieno di giardini e il nostro auspicio è che questo luogo diventi la piazza, il centro di aggregazione che in zona mancava. I banchi di questo mercato sono il nostro contributo ad una maggiore visibilità per i prodotti siciliani. Il nostro core business – ha concluso l’imprenditore – è certamente il fresco che proviene da produttori isolani scelti con attenzione in tre anni di lavoro. Nel primo anno puntiamo ad un fatturato di sette milioni di euro a fronte dei tre investiti per la realizzazione”. Francesco Sottile e Paolo Inglese hanno sottolineato l’importanza della collaborazione tra l’Università di Palermo ed il Mercato dove si svolgeranno anche una serie di lezioni e laboratori specialistici. La struttura, infatti, ha anche un giardino d’inverno, un orto e 400 posti a sedere tra interno ed esterno.
Fitto il calendario degli eventi previsti per quest’anno, che metteranno insieme cooking show, degustazioni, corsi, lezioni di cucina, concerti, cinema, reading e spettacoli per bambini. Alcuni incontri saranno dedicati ad educazione alimentare e benessere. E tutto ciò che rimarrà invenduto sui banchi sarà donato al Banco alimentare.
Sanlorenzo Mercato è aperto dalla domenica al giovedì dalle 9 alle 22 e venerdì e sabato dalle 9 alle 24.