di Michele Pizzillo
Si sa che il mondo italiano della birra artigianale ha battuto tutte le strade che qualcuno azzardava a dire che non c’era più niente da scoprire.
E, invece, tre giovani appassionati birrai veneti – Fabiano Toffoli, Loreno Michielin, Alessandro Zilli, ma con percorsi professionali diversi – fondatori del microbirrificio artigianale “32 Via dei Birrai”, a Pederobbia (centro del trevigiano ai piedi delle Prealpi Bellunesi, sulla destra del fiume Piave e rinomato anche per i marroni del Monfenera) prima con la scelta di seguire una strada un po’ diversa da quella della maggior parte dei colleghi e, cioè, la produzione di birre di alta fermentazione, esclusivamente in bottiglia, poi nella continua ricerca di materie prime di qualità, sono arrivati a produrre una birra 100% Made in Italy: infatti, l’orzo arriva dall’entroterra veneziano mentre il luppolo è coltivato sui colli asolani. Il primo frutto di una mission che Toffoli aveva deciso di realizzare alcuni anni fa quando le prime piantine di una varietà, il Brewer’s Gold, erano state messe a dimora e curate da quel momento con la solita cura maniacale di “32 Via dei Birrai”: ventilazione notturna e irrigazione a goccia quando necessario. Il risultato è un luppolo straordinario, con profumi e caratteristiche organolettiche superiori alla stessa varietà coltivata in altre zone d’Europa.
Questa birra si chiama Ambita ed è proposta nel classico formato bottiglia da 75 cl al prezzo indicativo di circa 9 euro: è una birra chiara, di appena 4,5% vol, perfetta per l’imminente estate, per facilità d’approccio e di sorso e, secondo i quattro giovani produttori, è una birra che vuole anche essere un segnale di fiducia e di speranza in un Italia che riparte dopo mesi di chiusura di quasi tutte le attività, la testimonianza concreta di imprenditori artigiani il cui messaggio è “rimbocchiamoci le maniche, rimettiamoci al lavoro”. A questo punto è il caso di svelare il perché di quel 32 nel logo del birrificio: 32 è il numero che richiama la classe di appartenenza della birra secondo la classificazione internazionale, iscritto in un cerchio elegante e d’impatto allo stesso tempo, tanto da valergli una entusiasta segnalazione su Wallpaper, iconica rivista londinese che si occupa proprio di design; poi c’è l’unicità di un tappo che sigilla la bottiglia ma, allo stesso tempo, è riutilizzabile. L’attenzione alla sostenibilità e al riciclo, così come la filosofia della qualità rispetto alla quantità, infine, è certificata da innumerevoli riconoscimenti internazionali.
Le sorprese non finiscono ad Ambita, visto che dalla creatività di “32 Via dei Birrai” viene fuori Ambedue, che non è una birra, ma un amaro alla birra. Il punto d’arrivo della collaborazione tra il birrificio artigianale e Genziana Distillati di Crespano del Grappa, una distilleria nata nel 1969 riprendendo un’antica tradizione della famiglia Carlassare che risaliva ai primi anni del secolo scorso. Tra i ragazzi di “32 Via dei Birrai” e Alessandro Carlassare, il distillatore di Genziana, c’è stato subito intesa, in particolare quando hanno individuato in Nebra, una birra ambrata da 8% vol prodotta con malto d’orzo e segale, quella giusta per innestare un bouquet di erbe e piante aromatiche che vanno dalla genziana al rabarbaro, dall’assenzio romano alla cannella, dalla rara cascarilla alla china. Il risultato è un amaro autentico, da 25% vol, in cui si avverte la “spina dorsale” birraria: ottimo da sorseggiare nel dopo pasto ma dalle insospettabili potenzialità nella mixology. Sarà disponibile a breve, in bottiglia da 50 cl e al prezzo indicativo di 20/25 euro, nei ristoranti, nei negozi gourmet e nei cocktail bar, nonché nei tre punti vendita che “32 Via dei Birrai” ha allestito negli outlet di Serravalle Scrivia, Castelguelfo e Noventa di Piave.