di Michele Pizzillo, Milano
“Cucinare è un atto d’amore, voglio trasmettere un’emozione, voglio compiacere chi viene a trovarmi, voglio far felice i miei ospiti”.
E' la prima considerazione che fa Alessandro Borghese nel ristorante che ha aperto nel cuore della CityLife milanese. Una struttura di 750 metri quadrati che nasce dall’esigenza di dover unire le “squadre” che operano al Nord perché il core business di questo chef di fama internazionale, talento di creatività capace di coniugare cucina e intrattenimento in televisione, è rappresentato da consulenze come creative chef e catering per aziende italiane e internazionali. Dice Alessandro: “Il ristorante era nell’aria da tempo. Lo dovevo fare. Lo dovevo ai tantissimi sostenitori e agli ospiti che in questi anni, hanno gustato la mia cucina durante i nostri ricevimenti privati e pubblici. Dovevo aprire la cucina di “AB – Il lusso della semplicità” a tutti”. E lo ha fatto davvero nel quartiere che poi sarebbe diventato quello della CityLife milanese. “Quando scegliemmo questo posto fu un azzardo perché non era una zona interessata dalla moda o dalla movida – dice Alfredo Canelli, progettista della struttura – Però il locale rispondeva al concetto di lusso della semplicità di Alessandro: un primo piano pieno di luce con finestre grandi che si affacciano su un piccolo giardino che costeggia un viale da intenso traffico automobilistico, senza che dalla strada qualcuno possa ficcare il naso nel ristorante o indicare il locale: non c’è nessuna insegna”.
E, via, quindi, a progettare e realizzare un locale che rispetta il concetto di ristorazione di Alessandro Borghese, tutto improntato sulla biodiversità, utilizzo di materiali di riciclo e facilmente lavabili, arredo essenziale ed elegante, molte idee scenografiche, tantissima innovazione e fedeltà assoluta al bello e funzionale. Partendo, però, dall’idea che “si mangia prima con gli occhi”, dice lo chef romano. Per valorizzare questo aspetto della sua cucina, ci vuole l’atmosfera giusta, l’ambiente adeguato, le luci adatte. Così, racconta lo chef, “quando abbiamo cominciato a pensare a questo locale, mi sono ricordato della bellissima illuminazione che nel 2006 fu realizzata a Napoli, nel fantastico scenario di piazza Plebiscito, per l’installazione del cimitero delle fontanelle”. Così, l’impostazione del ristorante Borghese riflette l’anima dello chef che è lui stesso a sintetizzare in tre parti: professionale, privata, passione. E, quindi, con l’enorme (85 metri quadrati illuminati da grandi finestre) e stupenda cucina a vista. L’idea nasce dalla volontà dello chef di essere trasparenti. Lavorare gli ingredienti oltre la lunga vetrata fumè per trasmettere la sincerità della sua personalità che lo ha sempre caratterizzato, in modo che i suoi ospiti possano assaporare le sue creazioni prima con gli occhi e dopo goderne al palato.
Il progetto di rinnovo della AB Normal – Eatertainment Company, la società di Alessandro Borghese che si occupa di ristorazione e entertainment si fonda sull’idea di utilizzare il maggior numero di elementi che lo contraddistinguono e di combinarli in modo da ideare una location in sincronia con le sue attività e il suo estro, frutto dello studio di progettazione dell’architetto Alfredo Canelli insieme all’architetto Giovanni Antonelli di well made factory. Uno spazio funzionale per unire in un’unica base operativa il reparto di banqueting e catering; il laboratorio “Pasta Fresca – il lusso della semplicità” e gli uffici di Food Consulting e Progettazione. Un luogo nel quale studio, passione, talento e professionalità si trasformano da progetti in piacere. Il portone d’ingresso, per esempio, è caratterizzato dal ferro illuminato dalla luce con cerchi a luce riflessa e piccoli esagoni incassati nel soffitto che illuminano e contestualmente purificano l’aria, accompagna il sottile filo dorato che segna il percorso dell’intera location lungo i pavimenti e rivestimenti prodotto in Spagna che per trattarlo solo con acqua è stato collocato a coni rovesciati; le sedute e gli arredi, con il senso delle proporzioni, rendono l’ambiente comodo e confortevole.
L’imponente scultura a parete in legno, avvolge la scala che sale nella spaziosa sala interna “Art déco” che, con le sue enormi finestre illumina con luce naturale i tavoli del ristorante. Disgiunto solo da geometrici rettangoli dalle linee gentili, ma dal carattere forte per le maglie di ottone all’interno, si entra nel salotto del cocktail bar, caratterizzato da un’atmosfera vivace e distesa. Trasportati dalla musica del dj set e dalle novità del barman, al bistrot si assaporano abbinamenti molto stuzzicanti, dalle tapas (dal ribs alla texana all’Arizona’s Dream, dalle tartare di tonno mele e maionese al lime alle alette di pollo speziate, dalla tortillas vegetariana con verdure di stagione al carpaccio di gambero rosso di Sicilia maionese alla soia e finocchietto selvatico) ai fritti saporiti e croccanti. Non distante una parete verde dall’aspetto antico avvolge la sala multifunzionale: scuola di cucina per adulti e bambini, cene private e sede di business in the kitchen, per team building culinari e privati. Di fronte, una parete con figure esagonali in legno che sembrano sculture realizzate con una stampante 3 D e pronti per uscire dallo spazio dove sono stati collocati. I colori sono un continuo richiamo tra soffitto, pavimento e tavoli. Il piano dei tavoli è fatto dello stesso gres utilizzato per il pavimento e, quindi, manutenzione bassissima. Se poi si utilizza l’ascensore per raggiungere il piano del ristorante, si entra subito nel mondo di Borghese per la quantità di ritagli di giornali attaccati alle pareti.
E la cucina cosa propone? Intanto proposte a base di prodotti freschi e, quindi, una cucina di stagione, con un piatto sempre presente: cacio e pepe, o meglio ai due pepi, il nero e il Tasmania, danno al piatto un colore tra il violetto e il rosa antico. Adesso, per esempio, c’è il “raviolo ripieno di verza e caprino, con burro alle erbe, saba e polvere di pomodoro”, la “fregola sarda con crudo di gamberi rossi di Mazara del Vallo, crema di basilico, limone e capperi fritti”, i “fusilloni Pasta Armando al ragù di piovra” mentre tra i secondi c’è la “costata di tonno obeso marinato con prugne giapponesi, infuso di genziana e cotto alla brace con verdure acedulate” e “seppia grigliata, crema di pisellini, cavolo alla brace, pomodorino confit e chips del suo nero” per concludere il “Trinacria” cioè sorbetto all’arancia sanguinella, cremoso di cioccolato bianco e lime, insalata di finocchio fresco, olio, sale e pepe. Poi c’è il business lunch e, solo in estate, l’healty lunch con la possibilità di scegliere per le omelette l’ingrediente preferito. Insomma, un locale multifunzionale, pronto a soddisfare qualsiasi richieste ma, anche, da scegliere se si vuole gustare solo un drink.
AB – Il lusso della semplicità
Viale Belisario, 3 – Milano
Tel: +39.02.84040993
E-mail:reservation@alessandroborghese.com
Sito:www.alessandroborghese.com/il-ristorante/