(Nadia Zenato e Lucia Benedini)
di Michele Pizzillo
Si sa che Forte dei Marmi è una affinata meta turistica e, oltretutto, fra le più amate del nostro Paese, e non solo dagli italiani. Sembrava strano che nessuno avesse pensato di organizzare una qualche manifestazione legata al mondo del vino italiano.
In particolare, di quello che ha fatto la storia della nostra produzione enologica. Ci ha pensato una storica rivista enologica, Civiltà del Bere, sopperendo così a questa manchevolezza, con un evento originale e raffinato che, probabilmente, non avrà nulla da invidiare alla ventennale VinoVip, la manifestazione che negli anni “dispari”, riunisce a Cortina d’Ampezzo i grandi nomi dell’enologia, tra storici ed emergenti. Così il 18 giugno, il Gotha della produzione enologica italiana, con il format VinoVip, che comprende aziende vitivinicole top e una selezione di “Challenger”, approda sul lido del Forte, alla Capannina di Franceschi, per una full immersion nel vino d’autore in una delle mete balneari fra le più esclusive. E’, insomma, la versione “marina” della dolomitica manifestazione VinoVip che anche ai piedi dei monti Apuani, agli appassionati di vino di qualità, offre una giornata di confronto durante la quale si danno appuntamento nomi di fama internazionale. L’evento, fa sapere Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del Bere, culminerà con un wine tasting alla Capannina di Franceschi, simbolo dell’estate italiana, che per la prima volta ospiterà una degustazione di vini pregiati.
Intanto c’è da sottolineare l’entusiasmo del sindaco di Forte dei Marmi, Bruno Murzi, per l’idea di un’edizione di VinoVip al Forte, che dice: “Forte dei Marmi è una realtà unica a livello nazionale: in un territorio di appena 9 chilometri quadrati troviamo ben quattro ristoranti stellati che sono un vanto per la città e per l’amministrazione comunale, che li ha recentemente insigniti con un premio. Anche in virtù di questo, sono particolarmente felice di poter ospitare VinoVip, un prestigioso evento a completamento della tradizione di eccellenza dell’arte culinaria di Forte dei Marmi”.
Non essendo riservata solo alla degustazione di grandi vini, la giornata del 18 giugno sarà aperta con un convegno molto interessante per i professionisti e i cultori del grande vino: “Wine&Money, prospettiva globale”, introdotto dall’economista e divulgatore americano Mike Veseth, fondatore della fortunata newsletter “The Wine Economist”. Il convegno sarà diviso in quattro tempi, ciascuno dei quali prevede un apripista che inquadrerà l’argomento, seguito poi dagli interventi degli imprenditori protagonisti di VinoVip. I temi (e gli apripista) sono: “Le sfide dell’Italia enoica”, con l’introduzione di Angelo Gaja; “Le rotte del vino globale”, introdotto da Denis Pantini di Nomisma; “Imprese da gestire”, con l’introduzione dell’ amministratore delegato di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, Ettore Nicoletto; “Punti di forza, di debolezza, opportunità e rischi del Sistema Italia” che sarà aperto da Piero Mastroberardino.
Subito dopo sarà annunciato e premiato il vincitore della quinta edizione del Premio Pino Khail “per la valorizzazione del vino italiano”, che nelle precedenti edizioni è stato conferito a Lucio Caputo, Lucio Tasca, Piero Antinori e Pio Boffa (Pio Cesare). Seguirà la presentazione del libro “Manuale di conversazione vinicola” scritto dal decano dei giornalisti del vino, Cesare Pillon. Dopo gli appuntamenti di approfondimento di temi economici, storici e culturali, si arriva al sodo, alle quattro ore (dalle 18 alle 22) riservate al “Grand Tasting della Capannina”, che offre la possibilità di assaggiare i vini delle aziende che hanno scritto la storia di uno dei prodotti simbolo del made in Italy. E alla Capannina non può mancare la migliore musica, con una “play list” ideata dal sound sommelier Paolo Scarpellini, che abbinerà brani musicali alle etichette presentate, uno per ciascun produttore vinicolo protagonista. “Da tempo desideravamo trovare un’alternativa “marittima” al nostro fortunatissimo VinoVip Cortina, evento di punta di Civiltà del bere da 20 anni – dice Torcoli -. Abbiamo trovato in Forte dei Marmi il luogo ideale. Le affinità tra le due località di villeggiatura sono molte: eleganza, esclusività, qualità, fama internazionale”.
A VinoVip al Forte saranno presenti alcune tra le aziende più blasonate d’Italia.
Piemonte (Marchesi di Barolo, Pio Cesare, Cuvage, Tenuta Santa Caterina, Vite Colte), Lombardia (Guido Berlucchi, Conte Vistarino), Veneto (Bertani Domains, Bisol, Bortolomiol, Bottega, Masi Agricola, Santa Margherita Gruppo Vinicolo, Pasqua, Ruggeri, Tommasi Family Estates, Zenato), Trentino (Cantine Ferrari, La Vis, Mezzacorona), Friuli Venezia Giulia (Livio Felluga, Torre Rosazza), Emilia Romagna (Cleto Chiarli), Toscana (Marchesi Antinori, Castello di Querceto, Dievole, Domini Castellare di Castellina, Ambrogio e Giovanni Folonari, Petra, Rocca delle Macìe, Tenuta Artimino, Tenuta San Guido), Umbria (Famiglia Cotarella), Marche (Umani Ronchi, Velenosi), Abruzzo (Masciarelli), Campania (Feudi di San Gregorio, Mastroberardino, Villa Matilde), Puglia (Cantine Due Palme), Calabria (Librandi), Sicilia (Planeta, Cantine Settesoli, Tasca d’Almerita, Tenuta di Trinoro/Passopisciaro). E i challenger: Eleva di Sant’Ambrogio di Valpolicella, La Viarte di Prepotto , Monteverro di Capalbio (Gr), Poggio Cagnano di Manciano (Gr), PuntoZero di Lonigo (Vi), Sid(Ud)dura di Luogosanto (Ot), Tenuta di Fiorano di Roma. Alcuni vini prodotti da queste aziende li abbiamo degustati a Milano, in occasione della seconda edizione di “Simply the beste. Il tipo delle guide vini 2018) organizzato sempre da Civiltà del Bere.
I nostri assaggi:
Guido Berlucchi – Berlucchi ’61 Franciacorta Nature Docg 2010
Dai tratti floreali e fruttati a cenni erbacei di biancospino, menta piperita e melissa, insieme a sentori di pesca bianca, mela renetta, ananas e agrumato prevalentemente di cedro, sono molto evidenti in queste bollicine che della sapidità ne fanno un fatto d’orgoglio. Ottenuto da Chardonnay (80%) e Pinot nero (20%), con parte della cuvée vinificata e maturata in barrique, è un vino di grande intensità e di lunga persistenza che riempie la bocca e si presta ad essere abbinato a diversi piatti, in particolare i risotti, di qualsiasi tipo.
Ferrari – Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Trentodoc riserva 2006
Ogni volta che parliamo di questo grande prodotto caratterizzato da un perlage fitto e incessante, ci viene il dubbio che tutti gli elogi che possiamo fare possano sembrare riduttivi, visto quello che rappresenta la Riserva del Fondatore, con il suo ventaglio olfattivo ricco di note fruttate e floreali, perfettamente amalgamate che avvolgono il palato, inondandolo di una potente piacevolezza dai ricordi molto lunghi (finale lunghissimo). D’altronde ci vuole parecchio tempo per produrre il Giulio Ferrari, come i 120 mesi sui lieviti.
Librandi – Gravello Val di Neto rosso Igt 2015
E’ stato uno dei primi vini calabresi frutto del matrimonio tra un autoctono, Gaglioppo (60%) e l’internazionale Cabernet Sauvignon (40%), affinato per 12 mesi in barriques di Allier e una permanenza di sei mesi in bottiglia prima della commercializzazione. Al naso Gravello si rivela molto elegante ed anche possente con le sue note di liquirizia, cannella, prugna matura che si mescolano a ciliegia, cioccolato, origano e salvia. Un vino pieno, equilibrato, con tannini eleganti e levigati che lasciano in bocca un aroma che sembra non finire mai.
Masciarelli – Villa Gemma Montepulciano d’Abruzzo riserva Doc 2012, Masciarelli
Un grande Montepulciano che si presenta con un colore rubino smagliante con riflessi violacei e profumi che a mano a mano che si aprono, spaziano dalle confetture di frutti rossi alla lavanda, dal ginepro al rabarbaro, dal cuoio al caffè. Vigoroso in bocca, con una lunghezza che sembra quasi inesauribile. Un Montepulciano di razza, insomma, che fermenta tra acciaio e botte grande, matura in barrique per 18 mesi e affina in bottiglia per altri 24 mesi.
Mastroberardino – Radici Taurasi riserva Docg 2011, Mastroberardino
Ha 32 anni il vino che sintetizza la storia e la cultura della viticoltura irpina. Ottenuto da uve Aglianico vinificate in purezza, affinato in barrique e in fusti di rovere per 24 mesi e, ancora, altri 24 mesi in bottiglia, il Taurasi di Mastroberardino conserva per moltissimi anni l’energia e la corposità che lo hanno reso famoso nel mondo. Tant’è vero che per molti la degustazione di questo vino può essere sintetizzata in tre parole: è semplicemente buono. Grazie al giusto equilibrio tra acidità, corposità, tannicità esemplare.
Pio Cesare – Ornato Barolo Docg 2013
Un vino di razza, che concentra tutto quello che può offrire il Nebbiolo coltivato nelle contrade delle Langhe più vocate per le vigne di Nebbiolo, con le uve che poi dovranno essere trasformate per produrre vini di qrande qualità. Come Ornato, appunto, che al naso si presenta particolarmente speziato, che anticipa l’assaggio, imponente per i tannini vigorosi che caratterizzano un Barolo che è ancora giovane.
Venica – Ronco delle Cime Collio Friulano Doc 2016
Un colore paglierino luminoso che anticipa un concentrato di profumi che spaziano dal rosmarino al coriandolo, dallo zenzero a note di mela gialla e albicocca. Un vino elegante, perfettamente bilanciato tra freschezza e morbidezza, in bocca è fresco, avvolgente, con una lunga persistenza che verso il finale propone sentori fruttati, netti quelli di frutta di questo periodo come l’albicocca.
Zenato – Sergio Zenato Amarone della Valpolicella classico riserva Docg 2011
Le uve (80% di Corvina veronese e 10% ciascuno di Rondinella, Oseleta e Croatina) per la produzione di questo elegante vino di colore granato con riflessi rubino, arrivano dalla tenuta di 50 ettari che la famiglia Zenato possiede sul Monte Costalunga, a Sant’Ambrogio, nel territorio della Valpolicella classica. Il vino è importante, complesso, elegante, un concentrato di profumi e sapori di frutta matura sotto spirito, note di vaniglia e cannella ma, anche, tostature di caffè, cacao, cioccolato che rendono ancora più morbido un vino da lungo invecchiamento che prima di essere messo in commercio, riposa per 4 anni in botti di grandi dimensioni.