Sono circa 2.000 le bottiglie di bianchi, rossi, rosati e spumanti dell’Etna “stappate” nelle due settimane della ViniMilo; oltre 50 mila, tra visitatori e winelover, che negli stessi giorni hanno animato le vie del borgo; 600 e più partecipanti alle 15 degustazioni a tema, guidate da professionisti del settore, tra vini e spumanti dell’Etna, oli Dop siciliani, formaggi da pascolo da tutta Italia, salumi e dolci; 3 cene gourmet tra vigne, cantine e nel cuore della piazza Belvedere di Milo, amata da Dalla e Battiato; 4 incontri con scrittori nell’Enoteca letteraria in piazzetta.
Ecco alcuni numeri dell'edizione numero 39 di ViniMilo, ormai la storica festa pre-vendemmia che da tre anni affianca all’anima antica della festa popolare – con artigiani, produttori bio, presidi Slow Food e stand di street food a colorare vicoli e piazze – quella più contemporanea e, in linea coi tempi, sensibile alla nuova e crescente cultura del vino e all’attenzione per l’ambiente.
(Gina Russo)
Una passione che ogni anno, oltre a produrre nuovi “adepti” fra imprenditori di successo, vede sul vulcano storiche aziende vitivinicole alla ricerca di piccoli vigneti – o terreni da riportare a vigna – in contrade e colline favorite non solo dalla eccellente mineralità del suolo vulcanico, ma anche da generose ore di luce, dalla brezza e dal microclima della montagna: infatti sull’Etna si vendemmia più tardi che nel resto della Sicilia. Meteo permettendo, non prima di ottobre. Entusiasta Alfio Cosentino, sindaco di Milo.
(Alfio Cosentino)
In agenda, il primo cittadino del comune etneo, ha già segnato il Vinitaly 2020, in cui la Regione siciliana presenterà l’edizione dell’anniversario, la ViniMilo numero 40: “Dopo 39 edizioni e con la nuova formula apprezzata da tutti, produttori, ospiti e visitatori – commenta il sindaco – Milo per quindici giorni, a fine estate, diventa la “Capitale della cultura del vino” sull’Etna dove riunisce la filiera e gli stakeholder. Un utile momento di confronto fra produttori, enologi e mondo accademico siciliano e di altre zone d’Italia per ragionare su valutazioni economiche, sviluppo sostenibile per il territorio, fattori positivi e criticità e, non ultimo, il supporto normativo per chi coltiva vigneti eroici, ossia su luoghi impervi e difficili come molti piccoli e grandi produttori del vulcano. Ma non solo: sulla scia del vino, come documenta il fenomeno dell’enoturismo che ha fatto la fortuna di territori come la Val D’Orcia e il Trentino, i weekend nel segno del vino dell’Etna, generano migliaia di presenze di qualità fra escursionisti, famiglie, bongustai a caccia di ricette ed etichette, amanti della natura del vulcano. Ogni anno, grazie al contributo di tutti si rinnova questa grande energia positiva alla vigilia della vendemmia e abbiamo contezza che l’Etna, i suoi vigneti e i suoi vini crescono sempre di appeal: dal 2018 Milo, territorio di produzione dell’Etna Bianco Superiore Doc da uve carricante, ha aumentato le superfici vitate, passate da 40 a 50 ettari. Mentre arrivano nuovi produttori: l’ultimo è l’americano Marc De Grazia, da tempo a Randazzo con Tenuta delle Terre Nere. Innamorato dell’Etna, da lui definita la Borgogna del Mediterraneo, De Grazia ha da poco acquistato un vigneto qui a Milo”.
C.d.G.