di Michele Pizzillo
Il vino, di cui l’Italia è il maggiore produttore in Europa e il secondo paese esportatore al mondo, è anche la più importante filiera dell’agroalimentare nazionale.
Rappresenta, infatti, il 10% della produzione agricola nazionale e l’8% del fatturato alimentare. Per una manifestazione come Tuttofood 2021, appena conclusa presso il quartiere fieristico di Milano-Rho, che puntava a sperimentare nuove contaminazioni tra filiere che si dovrebbero integrare, aprirsi al mondo del vino, con il coinvolgimento dell’Unione Italiana Vini (Uiv) che ha allestito lo spazio Tuttowine, è stata una buona idea, tant’è vero che i rappresentati delle cantine presenti alla kermesse, hanno parlato di cantiere aperto su come presentare il nostro agroalimentare sia alle fiere italiane sia a quelle internazionali. Tuttofood-Host è stato un successo – probabilmente sperato, visto la grande voglia degli operatori di fare business dal vivo – con oltre 150.000 presenze che hanno quasi sfiorato il raddoppio delle 82.000 presenze registrate nel 2019.
A questa grande partecipazione ha contribuito pure il mondo del vino perché è un prodotto che riesce ad emozionare. Tant’è vero che l’Enoteca di Tuttowine che ha allestito l’Uiv, e gestita dai sommelier della Fisar, ha registrato il tutto esaurito alle degustazioni prevalentemente di vini emergenti e masterclass, perché la rassegna è stata visitata anche da appassionati, operatori professionali di altri comparti alimentari che ne hanno approfittato per approfondire la conoscenza del vino e centinaia di buyer arrivati da paesi che solo adesso si affacciano al mondo del vino. Tant’è che Filippo Canelli, dell’azienda agricola Fioravanti Onesti ha parlato di visitatori di qualità medio-alta. E Antonio Romeo, export manager della piemontese Bosca, come pure da Mezzocorona, hanno auspicato, per il futuro, la presenza di un maggior numero di aziende espositrici. Mentre Gaspare Baiata delle Cantine Paolini di Marsala dopo aver detto di essere soddisfatto, ha aggiunto: “Sono contento di essermi sbagliato perché ero un po’ titubante sulla presenza ad una manifestazione tipicamente alimentare”. Anche il team dell’abruzzese Citra la vedeva come una grande incognita la partecipazione alla kermesse e, invece, “si è rivelata una scelta azzeccata”. Molto soddisfatto anche Alfredo Di Leone, contitolare della beneventana La Vinicola del Titerno che da veterano di Tuttofood ha notato la svolta sia con un’area dedicata al vino sia con la presenza dell’Enoteca di Tuttowine e, quindi, l’arrivo anche di professionisti non solo legati al vino. E, aggiunge Erika Ciccone, direttore commerciale dell’abruzzese Novaripa: “Non ci aspettavamo tanta affluenza di operatori, buyer e, per quanto ci riguarda, l’interesse per un vino come il Trebbiano d’Abruzzo che è sempre stato un po’ sottovalutato”. Mentre Fabio Lucchese, titolare della veneta Enotria Tellus, ritorna sulla qualità del visitatore “che è stato molto attento nel vedere i particolari presenti a Tuttowine, tant’è vero che al mio stand si sono fermati perché affascinati dalla bellezza delle etichette e, poi, anche dalla qualità del vino”.
L’occhio, però, ha avuto un ruolo importante. C’è, comunque, una grande voglia di fare business dal vivo, di vedere gente, di guardarsi negli occhi quando si raccontano i propri prodotti. Molto interessante, poi, quello che ha colto Quirico Decordi nello stand dell’azienda di famiglia con base nel cremonese, che gli operatori altamente selezionati che hanno visitato il suo stand si sono interessati del Prosecco e del Lambrusco, ma hanno fatto capire che il fenomeno di mercato che sta registrando la crescita più evidente è quello delle bevande a base di vino un trend che sale a ritmi costanti e che noi presentiamo con diversi nostri prodotti di cui esportiamo milioni di bottiglie. Un mercato ormai non più nuovo ma che dovremmo guardare tutti con estrema attenzione perché si aprirà spazi sempre più importanti nel prossimo futuro. E, infatti, i contatti avuti durante la fiera, permetteranno di aprire nuovi mercati, ampliando così il numero dei paesi dove sono già presenti molte cantine italiane. I mercati nuovi saranno sicuramente quelli dei paesi dell’Est Europa dove è già presente la produzione agroalimentare italiana ma, a quanto pare, non il vino. Perciò, il cantiere aperto per sperimentare nuove contaminazioni tra filiere che si possono integrare, è una scelta che potrebbe essere interessante per intercettare anche operatori non specializzati, in questo caso, nel settore del vino. Tant’è vero che i buyer avrebbero badato poco al terroir quando hanno degustato i vini presenti a Tuttowine, per concentrarsi più su quello che veniva versato dalla bottiglia. E, probabilmente, hanno lasciato la fiera con la convinzione che l’Italia è tutta terra da vino di qualità.