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La manifestazione

Turismo del vino come volano di sviluppo: il caso Bordeaux e la necessità di nuovi divulgatori

07 Febbraio 2013
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Incontro a Bari, la Regione Puglia scommette tra potenzialità e opportunità


Da sinistra Dario Stefàno, Carlo Cambi, Magda Antonioli, Donatella Cinelli Colombini

Dopo Roma anche Bari. La Puglia non vuole lasciarsi sfuggire la grande opportunità di essere una delle dieci destinazioni del vino piú importanti al mondo ed unica in Italia.

Un primato consacrato dalla rivista Wine Enthusiast grazie anche al lavoro della wine correspondant Monica Larner. E dopo avere celebrato questo risultato nella Capitale lo fa invitando giornalisti ed operatori del settore anche a casa propria, all'universitá di Bari.  Per parlare anche di enoturismo e di sviluppo. Un binomio possibile? Ovviamente sí, purché come dice Carlo Cambi, giornalista ed esperto di enogastronomia, ci sia la giusta consapevolezza sia dei fruitori, i turisti, e soprattutto degli operatori. “Tornare a lavorare sulle idee semplici – aggiunge – per comunicare il vino”. La strada è quella di dare più personalità al vino perché “il produttore – spiega Sebastiano de Corato, presidente Mtv Puglia e anch'esso produttore di vino – ha un compito fondamentale nel valorizzare il territorio. Ma la personalizzazione, se il prodotto è di qualità, servirà a dare un valore aggiunto alle etichette.  Ricordiamo anche che nel caso del vino, l'utile del privato, ovvero del titolare di cantina ha anche un'utilità pubblica ma non sempre c'è questa consapevolezza”. Qualcosa però sta cambiando. Così de Corato racconta di come l'Alta Murgia, grazie al vino, sta cambiando in meglio, sta aumentando la sua capacità di attrattiva”.

Monica Larner che è la fautrice dell'inserimento della Puglia tra le top wine destination racconta un po' il suo lavoro: “Recensiamo ogni anno tremila vini italiani sui venticinque mila da tutto il mondo. Ed oggi circa cento milioni di americani amano il vino. La cosa più bella per l'Italia è pensare a quanti vitigni diversi avete. La biodiversità è il vostro punto di forza, il modo migliore per essere competitivi,  nessun altro Paese ha così tante varietàdi uve. Tremila vitigni, trecento quelli in commercio e chissà cosa verrà fuori dagli studi su quelli antichi”. Per Alessandro Regoli, direttore di WineNews.it, è essenziale fare sistema, sinergia, pensare ai giovani, ai ragazzi, i protagonisti del futuro. “Il vino e l'agricoltura sono uno dei fenomeni di maggior successo degli ultimi anni nel nostro Paese – spiega – ma non basta perché bisogna mettere da parte i troppi individualismi e puntare sul web che consente piccoli miracoli a prezzi accessibili”. E poi qualche parola sui terroir del futuro che, secondo Regoli, oltre a quelli tradizionali sono l'Etna, la Val di Cembra in Trentino e il Salento. 

Donatella Cinelli Colombini, fondatrice del Movimento Turismo del vino, racconta di come a Bordeaux un'iniziativa partita in sordina sia diventata di grande successo. Il Comune organizza piccolissimi corsi di degustazione di una o mezza giornata. E la cosa ha avuto un tale successo che “ci sono wine lovers che vanno a Bordeaux solo per questi corsi di degustazione”. Sottolinea poi l'importanza “di creare nuove figure di sommelier che sappiano raccontare il vino condendo le spiegazioni con aneddoti, raccontini, barzellette, sí anche quelle. Soprattutto in lingua straniera e quindi la capacità di raccontare il vino in tutte le sue sfaccettature ai nuovi turisti, ai nuovi acquirenti”. 

Per Magda Antonioli Corigliano, docente del master in Turismo alla Bocconi non si è mai fatta una politica del turismo in Italia. “La Puglia sta facendo grandi passi in avanti ma il lavoro di ricerca per capire cosa migliorare deve coinvolgere anche i turisti  stessi.  E individuare subito alleanze tra pubblico e privato non vuol dire coinvolgere tutti. Prima ci siano quelli più volenterosi, poi spunteranno anche gli altri”.

C.d.G.