Bilancio positivo per la manifestazione che si è tenuta a settembre per la prima volta dislocata in varie parti della città: quasi un milione di visitatori e un impatto economico tra i 28 e i 38 milioni di euro
Torino aspira al ruolo indiscusso di capitale mondiale del cibo. Ci credono gli amministratori locali e soprattutto Slow Food, che ha tracciato il bilancio economico, ambientale e sociale dell’ultima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, che si è tenuta a settembre.
Un’edizione che è stata anche il debutto della manifestazione diffusa nella città, e non più al Lingotto Fiere, che ha segnato il via di un percorso nuovo, sostenuto dalla Città e dalla Regione Piemonte. Carlo Petrini è convinto dell’unicità di Torino caput cibi: “Anche se tutti vogliono in qualche modo essere capitale del food, nessuno potrà essere come noi, perché qui c’è Terra Madre, che mette in sicurezza l’evento portando con sé il grande valore dei beni relazionali”. A rafforzare la sua tesi sono i cittadini di 44 città del Piemonte che hanno ospitato migliaia di delegati delle Comunità del cibo di tutto il mondo, con i quali hanno creato sovente delle reti di contatti solide e continuative.
Per quanto riguarda i numeri, l’edizione 2016 è stata monitorata dall’Università di Torino (Management e Progetto Omero) e da quella di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con Turismo Torino. A livello economico la ricaduta è stata più che positiva. Dai dati raccolti in 448 esercizi commerciali risulta che la spesa media pro capite sia stata di 38 euro al giorno, con un impatto complessivo tra i 28 e i 38 milioni di euro (il triplo rispetto a quattro anni fa) calcolando un afflusso tra i 750 mila e il milione di persone. L’aeroporto di Caselle ha aumentato del 30% i passeggeri e l’85% degli alberghi in quei giorni ha registrato il tutto esaurito.
A livello ambientale l’Università di Pollenzo e il Design Politecnico di Torino hanno stimato un aumento della sostenibilità dell’evento, basata su alcune certezze: la raccolta differenziata ha superato il 70%, con 17 tonnellate di carta e cartone, 10 tonnellate di plastica e 1,3 di oli esausti. Con il Banco Alimentare sono state recuperate e donate ai bisognosi 2 tonnellate di derrate alimentari per un valore di circa 8 mila euro. Una curiosità: il gruppo LabNet dell’Università di Torino ha monitorato le relazioni virtuali e i social media. Twitter ha prodotto 23.612 lanci, coinvolgendo 200 milioni di followers: nella rete dei Paesi coinvolti, oltre all’Italia, figurano in particolare gli Stati Uniti, la Cina e, inaspettatamente, la Siria.
Anna Gagliardi