Proposta dall'Oiv la modifica della definizione di vino sfuso
Hanno partecipato 176 cantine provenienti da 16 Paesi e ha attirato 6mila visitatori da tutto il mondo.
Sono i numeri della più grande fiera dedicata al mercato del vino sfuso la Bulk Wine Exhibition che si è svolta nei giorni scorsi ad Amsterdam, il 25 e 26 novembre. In questa quinta edizione si è registrato il 40% in più di acquirenti rispetto alle precedenti. L’Italia ha partecipato con 22 espositori, e per la prima volta hanno preso parte a questa vetrina anche Moldavia, Bulgaria, Canada e Regno Unito. Francia e Spagna i Paesi invece più rappresentati.
Il calendario del salone si è articolato in diversi appuntamenti tra cui convegni e seminari sulle tendenze nello scenario globale relative al vino sfuso. Iniziative dedicate a operatori del settore, quest’anno accorsi da 62 Paesi. In maggioranza ad affollare gli stand e ad incontrare produttori sono stati compratori da Francia, Germania, Russia, Paesi Bassi Regno Unito, e anche compratori dal Giappone.
Il mercato del vino sfuso gode di buona salute. Secondo gli ultimi dati fornito da Oiv nel 2012 si è registrata una crescita considerevole. Si sono toccati i 37 milioni di ettolitri, pari al 39% del volume totale degli scambi. Proprio in merito al vino sfuso l’Oiv ha proposto una modifica della definizione di vino sfuso e che verrà esaminata dal consiglio dall’Organizzazione mondiale delle dogane. Si tratta di una nuova nomenclatura che, come ha dichiarato il presidente Federico Castellucci “aumenta la trasparenza e la chiarezza della raccolta di dati statistici del settore e consentirà di comunicare cifre più precise a livello mondiale su questo tipo di prodotto. Dettata dalla necessità di dovere distinguere il vino effettivamente sfuso da quello che viene proposto ai consumatori in recipienti di capacità compresa tra 2 e 10 litri, le cosiddette 'bag-in-box' o contenitori simili”, ha spiegato Castellucci.