Il Salone del Gusto alla prima giornata ha registrato grande alluenza, anche se si attende ancora l'exploit di presenze per le giornate di sabato e domenica.
Intanto c'è l'obiettivo di superare le 180 mila presenze della scorsa edizione anche se per quest'anno l'organizzazione temeva una leggera flessione dovuta alla crisi. Commenta a caldo le presenze della tappa di apertura dell'appuntamento atteso dai food lovers d'Italia e del resto del mondo, Daniele Buttignol, segretario nazionale di Slow Food Italia.
“Già dalle prevendite per le tante iniziative che costellano il programma del salone abbiamo registrato un 80 % degli acquisti. Il 10 % in più rispetto alla scorsa edizione – ha detto Daniele Buttignol -. Lorganizzazione temeva una leggera contrazione quest'anno dovuta alla crisi. che costringe molti consumatori e amanti del buon cibo a rinunciare ad appuntamenti di tale portata. Il target di Slow Food è la classe media,medio- bassa. oggi la fascia piu colpita dalla crisi. Invece stiamo vededo che l'attenzione ai valori del cibo buono e sano tiene”, prosegue Buttignol.
In Italia oggi Slow Food conta 38mila associati e 100mila in tutto il mondo. Usa, Germania e Regno Unito e Giappoe i Paesi dove l'associazione ha maggiore seguito.
Buttignol conferma che la formula del successo di questa edizione è da individuare nello spostamento della tematica del cibo da quello di territorio a quello che cambia il mondo che si concretizza nella fusione del format del salone con Terra Madre, negli anni passati aperta solo ai delegati e ad un pubblico selezionato.
“L'apertura delle porte di Terra Madre consente ai consumatori di conoscere altre produzioni e ai produttori di confrontarsi con altri colleghi del resto del mondo. Terra Madre dà la possibilità per uno scambio che giova alla produzione. Ho visto produttori del Sud Italia confrontarsi con piccoli produttori dell'Africa sulla siccità e chiedere loro le metodologie per combatterla.
“Il sistema della produzione è destinato a cambiare – aggiunge il segretario- perchP i consumatori stessi chiederanno prodotti piu buoni e legati alla terra e i produttori acquisteranno una sensibilità sempre maggiore dal punto di vista della sostenibilità. E i piccoli produttori del Sud Italia e del sSud del mondo in generale insegneranno a tutti gli altri. La vera rivoluzione della cultura del cibo partirebbe da lì”.
Secondo il segretario di Slow Food:”Sembra un paradosso ma non lo è – spiega- proprio i territori più arretrati sono realmente quelli che sono avanti e hanno potenzialità che altri non detengono. Mentre i Paesi del nord hanno vissuto il boom economico e conosciuto cementificazione solo ora stanno cominciando a fare un passo indietro. Penso alla Sicilia, alla Calabria o alla Puglia, dove invece vi sono campagne sterminate, dove si concentra la maggiore produzione agroalimentare e dove le tradizioni rimangono vive nelle case. E faccio un altro esempio: gli orti in Africa. Il supporto dato alle piccole comunità ritornerà indietro moltiplicato. Perché grazie a questi progetti non solo si contribuisce al miglioramento del loro stato di vita ma anche al mantenimento della biodiversità. Questo gioverà a tutti'.