di Marco Sciarrini, Roma
E' degli appuntamenti più attesi nel mondo della birra artigianale. A Roma, nel Salone delle Fontane in zona Eur, si sono dati appuntamento circa 100 birrifici artigianali indipendenti tra nazionali ed internazionali provenienti da 17 paesi per dar vita a “EurHop”.
La manifestazione, giunta alla sua sesta edizione ed organizzata da Publigiovane Eventi con lo storico pub romano Ma che Siete Venuti a Fa', e curata da Manuele Colonna storico intenditore del mondo brassicolo e ospite a Taormina Gourmet. Tra le novità presenti le birre nordiche norvegesi prodotte con il Kveik. Nel corso di EurHop, si è tenuta una conferenza stampa di Unionbirrai, l'associazione di categoria dei birrifici artigianali italiani, che ha presentato una misura che interesserà tutto il comparto birra, volta a sostenere i produttori della filiera e tutelare i consumatori. Arriva quindi il marchio che certifica la birra artigianale il marchio registrato a tutela dei birrifici indipendenti italiani. Gli scaffali dei supermarket negli ultimi anni si sono riempiti di birre cosiddette “crafty”, prodotti industriali che cercano di emulare nella veste, nella comunicazione e nelle ricette le birre artigianali autentiche. “Ecco perché – spiega Vittorio Ferraris presidente di Unionbirrai – oggi diventa indispensabile individuare un marchio di riconoscibilità che tuteli sia il settore produttivo artigianale, sia i consumatori”.
Il marchio, quindi, vuole essere uno strumento di orientamento e chiarezza per sapere se il prodotto che si vuole acquistare è davvero artigianale e realizzato rispettando tutti i parametri necessari affinché possa considerarsi tale. Il marchio, sul quale è apposta la dicitura “Indipendente e Artigianale”, verrà rilasciato esclusivamente ai birrifici che rispettano tutti i parametri previsti dalla legge. Secondo la normativa in vigore, infatti, la birra può definirsi artigianale solo se prodotta da birrifici indipendenti, sia dal punto di vista legale che economico, la cui produzione non superi i 200 mila ettolitri l’anno. La birra, inoltre, non deve essere pastorizzata né microfiltrata. Il marchio, che è stato registrato lo scorso 5 ottobre, verrà rilasciato da Unionbirrai e potrà essere revocato in caso di abusi o violazioni in caso a ispezioni e verifiche di conformità. “L'Italia è tra i primi Paesi nel mondo ad adottare strumenti di tutela e salvaguardia come questo: in Europa, infatti, soltanto Regno Unito e Irlanda si sono già mossi in questo senso, seguendo l'esempio di Australia e Usa”, conclude Ferraris.
Nel corso dell’evento abbiamo avuto modo di incontrare Manuele Colonna il curatore dell’evento. “Ogni anno aumenta l’interesse e, nonostante la birra artigianale in particolare a Roma che è il 20% del mercato, sta riscontrando dal punto di vista commerciale un momento di “fiacca” a causa anche della saturazione del mercato dovuta alla ricerca di birre estreme – dice – Questo approccio estremo gioca troppo sulla sorpresa e sull’effetto e si lascia rispetto alla sostanza. Quello che dà un tono superiore alla manifestazione oltre alla selezione qualitativa e all’esperienza è il livello umano dei produttori alla loro capacità artigianale di primo livello”. Per Colonna la birra artigianale in lattina, “è una nuova visione del mercato. I “vecchi” sono un po’ scettici, ma anche in lattina si riesce a garantire una fruibilità diversa, è anche una questione di marketing, si spende tanto per il design anche per catturare attenzione, alcuni stili birrai sono piacevoli da bere anche in lattina non solo in bicchiere”.
Tra i tanti birrifici abbiamo notato il Birrificio Elvo premiato come il miglior birraio Italiano a basse fermentazioni, gli emiliani Ca' del Brado che affinano i loro prodotti in legno francese seguendo quasi una lavorazione simile al vino, e anche al birrificio Vento Forte con una birra più di tendenza, la Ale Ipa, dove c’è sovrabbondanza di luppolo.