di Michele Pizzillo
Una manifestazione che taglia il traguardo dei 65 anni, vuol dire che ha fatto molto bene il proprio lavoro e senza essere acciaccata dagli anni.
E’ il caso di Autunno Pavese Doc, la rassegna di prodotti enoagroalimentari più importante del territorio pavese, promossa dalla Camera di Commercio di Pavia attraverso l’azienda speciale Paviasviluppo che si offrirà ai pavesi ma anche a lombardi, piemontesi e liguri, come punto di riferimento di un mondo agroalimentare guidato dal gusto e attento a quello che il settore offre in termini di qualità, di benessere e di innovazione. Tant’è vero che quest’anno alla Camera di commercio, al Comune di Pavia e alla Regione Lombardia, si è aggiunto l’Università degli Studi di Pavia – per raccontare al pubblico alcune tra le più interessanti ricerche condotte in ambito agroalimentare e della salute – fra gli enti sostenitori della manifestazione. Tant’è che il presidente dell’ente camerale, Franco Bosi, nel corso della presentazione della manifestazione organizzata a Milano, ha potuto dire che “la rassegna sta crescendo e guarda sempre avanti nella valorizzazione del territorio. In più, quest’anno manifesta un’importante valenza culturale per la partecipazione delle punte più avanzate della ricerca nel settore agroalimentare con numerosi dipartimenti universitari. Siamo pronti per offrire a pavesi e visitatori che vengono anche da lontano un’immagine reale del valore della nostra provincia e della nostra regione“. Se poi capita la fortuna di avere come testimonial un rettore dell’Università come Fabio Rugge – a Pavia è arrivato dalla Puglia -, che con un brillante e appassionato intervento racconta le bellezze e le ricchezze della terra di adozione, così come ha fatto a Milano, beh, per l’Autunno Pavese edizione numero 65, in programma dal 22 al 25 settembre, il successo è assicurato. Anche la location ha la sua valenza: il cortile del Castello Visconteo di Pavia, che ogni sera si accenderà di colori sia negli allestimenti interni che all’esterno, con luci ideati dall’artista pavese Marco Lodola proprio per Autunno Pavese Doc 2017.
Gli stand di prodotti tipici: riso, vino, ortaggi, funghi, tartufi, birra, dolci, cioccolato, formaggi e non solo, saranno disposti nel cortile interno del castello sotto la tendostruttura dove sarà presente pure Mirabilia, European Network of Unesco Sites: la rete, promossa da 12 Camere di Commercio italiane, che mette in collegamento i luoghi riconosciuti dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità ma meno noti al turismo italiano e internazionale, con l'obiettivo di aumentarne la promozione e la riconoscibilità presso il grande pubblico. La Camera di Commercio di Pavia è, infatti, candidata a sede della VII Borsa Internazionale del Turismo Culturale che si svolgerà nel 2018. Sfiziose e varie come sempre le occasioni di degustazione ad Autunno Pavese Doc; questa volta ancor di più, grazie a “La via del Carnaroli”, con l’area dei risotti cucinati rigorosamente con “Carnaroli da Carnaroli pavese”, il marchio del progetto realizzato da Camera di Commercio di Pavia e promosso da Coldiretti: quattro risotti per quattro serate al ritmo di 120 ogni mezz’ora.
Pavia, con oltre 84mila ettari coltivati a risaia è, infatti, la prima provincia risicola d'Europa. Qui vengono coltivate diverse varietà di riso. Tra queste, il Carnaroli che nasce nel 1945 dall’incrocio con la varietà Vialone e Lencino: si tratta di un riso che appartiene alla varietà Japonica, dal chicco particolarmente allungato e dal colore perlato. Grazie all’alto contenuto di amilosio il riso Carnaroli è molto resistente ed elastico: durante la cottura non scuoce e rimane compatto, caratteristica che lo rende perfetto per risotti di alta qualità. Per le sue preziose qualità organolettiche questa varietà di riso è apprezzata in tutte le cucine, tanto da guadagnarsi il soprannome di “principe di risi e risotti”.
Sotto il nome commerciale di Carnaroli, oggi possono essere legittimamente vendute anche altre varietà di riso, tutte derivate dalla pianta “originale”, come il Karnak, il Carnise, il Caravaggio e altri derivati che appartengono alla stessa classe merceologica. Il Carnaroli “originale”, chiamato più correttamente “Carnaroli da semente Carnaroli”, viene però ancora coltivato dai risicoltori italiani. E in provincia di Pavia si trovano 6 mila dei 9 mila ettari coltivati in tutta Italia a “Carnaroli da semente Carnaroli”. Per questo è nato il Progetto “La Via del Carnaroli” realizzato dalla Camera di Commercio di Pavia su proposta di Coldiretti, con lo scopo di valorizzare il “Carnaroli da semente Carnaroli”, uno dei prodotti agroalimentari di punta del territorio pavese, attraverso un percorso di certificazione di filiera a garanzia della tracciabilità e dell’autenticità del riso coltivato in provincia di Pavia. Grazie a questo progetto, il consumatore finale può essere sicuro del riso che sta acquistando, certificato dal seme al piatto. Al progetto hanno aderito 28 aziende; 500 gli ettari seminati a Carnaroli da semente Carnaroli; 26.600 quintali di risone prodotti, con una media di 53 quintali per ettaro.
Gli obiettivi del progetto “La via del Carnaroli” sono quelli di garantire la qualità del prodotto; preservare la filiera; tutelare i produttori e il consumatore perché il marchio depositato “Carnaroli da Carnaroli pavese” garantisce che in quella scatola si trovi soltanto riso Carnaroli da semente Carnaroli, coltivato nelle risaie della provincia di Pavia. A tutto questo vanno aggiunti una serie di eventi ludico-culturali-enogastronomici per offrire al visitatore stimoli per visitare Pavia. E, quindi, l’Università di Pavia con la sperimentazione legata ad alcune importanti ricerche scientifiche in campo sanitario ed enoagroalimentare. I laboratori riservarti ai bambini; ogni sera uno spettacolo tra musica, cabaret, disco-dance e calcio. Nonché la merenda longobarda con sapori presentati da re Alboino “in persona” che accompagnerà grandi e piccini tra gli stand incantandoli con i suoi racconti enogastrostorici: il primo re longobardo di Pavia, narrerà la leggenda del suo ingresso in città cui è legata l'origine del dolce pasquale della colomba. La passeggiata sarà l'occasione anche per conoscere usi e abitudini alimentari del popolo longobardo e di come molti dei cibi della loro tradizione siano entrati a far parte della cucina di oggi; la visita alla sezione longobarda dei Musei Civici: ‘armati’ delle fantasiose barbe realizzate per far parte del seguito del re Alboino, i bambini saranno condotti dal sovrano longobardo a scoprire tesori come gioielli, spade, scudi, lance, animali scolpiti nella pietra e lavorati in preziosi metalli per dare un’idea di questo popolo.