“Penso che da questa edizione di Slow Fish debba partire un’idea nuova non solo relativamente alla manifestazione stessa ma anche rispetto alla politica economica e turistica di questa regione”.
Con queste parole il presidente di Slow Food, Carlo Petrini, ha inaugurato la decima edizione di Slow Fish che fino al 4 luglio si terrà nel centro storico di Genova, una delle prime manifestazioni in presenza del calendario nazionale. L’evento, ha ricordato Petrini, “ha da sempre due volti. Da un lato l’attenzione verso l’ecosistema marino, e da questo punto di vista per anni Genova è stata il punto di riferimento della piccola pesca a livello mondiale creando una rete importante non solo per il movimento ma anche per le comunità che i delegati rappresentavano. Dall’altro dobbiamo approfittare del momento per rigenerare il rapporto di questa potente macchina turistica con il territorio ligure”. Rigenerare, secondo il fondatore di Slow Food, significa innanzitutto “partire da un processo di formazione, ma alla base ci deve essere la consapevolezza del patrimonio che questa regione esprime da un punto di vista agroalimentare e che ancora una parte cospicua del sistema ristorativo non conosce. E invece si deve puntare proprio sulle risorse del territorio, rendere orgogliosi innanzitutto i liguri, produttori e operatori dell’accoglienza, e poi anche i visitatori che generano così una affezione identitaria al territorio e non un consumo veloce senza alcun legame con l’entroterra. Perchè questo è un turismo durevole e intelligente, che può diventare uno degli elementi sistemici del comparto turistico ligure che mette in sicurezza anche l’economia agricola e gli artigiani”.
A Petrini ha fatto eco Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, che ha rilanciato – sollecitato dalle domande di Luca Ubaldeschi, direttore del Secolo XIX – legando il tema dell’accoglienza turistica con quello dell’ecosostenibilità. “Mai come quest’anno Slow Fish è un simbolo di ripartenza, coerente con il mondo che dobbiamo creare dopo la pandemia. Si parla di integrazione tra straordinari patrimoni del nostro Paese, come il mare e le nostre tradizioni enogastronomiche, ma anche di temi di straordinaria importanza come l’inquinamento e la sostenibilità. Vogliamo creare uno sviluppo che faccia della sostenibilità ambientale un strumento di crescita, sviluppo, di lavoro e di sinergia tra settori, vogliamo andare nella direzione di un mondo nuovo, un mondo di cui Genova si candida a essere una delle capitali. Slow Fish è un evento importante che vede la partecipazione di tante persone, dal quale emergono tanti spunti positivi. Sono contento che la Liguria faccia un ulteriore passo verso il futuro”.
Da sempre la Regione Liguria è al fianco di Slow Food nell’organizzare l’evento, e quest’anno ancor di più il suo supporto è stato fondamentale per arrivare alla giornata inaugurale. “Entriamo fisicamente nel vivo di Slow Fish 2021 – commenta il vice presidente e assessore regionale alla Pesca e al Marketing territoriale, Alessandro Piana – con un’edizione diffusa capace di accendere la curiosità dei visitatori. Centrale l’attività dei Flag, delle associazioni, degli operatori di settore per approfondire la conoscenza del mare e animare lo spazio a disposizione con degustazioni di prodotti ittici all’insegna delle tecniche tradizionali e più suggestive. Regione Liguria promuove il lavoro coscienzioso degli operatori, la nostra storia, una tavola salubre che rispetti la biodiversità marina e i suoi tempi, investendo sempre di più nella diversificazione e nella multifunzionalità. Del resto tra le tematiche più sentite in questo periodo ricordiamo l’ittiturismo che coniuga l’ospitalità, la somministrazione, i percorsi ricreativi, didattici e culturali, rispondendo sempre di più alla voglia di vivere il territorio dei turisti e dei liguri. Ripartiamo quindi dalla consapevolezza e dalla conoscenza più approfondita del nostro habitat marino per portare su larga scala quello che già i nostri pescatori praticano da tempo: un approccio basato sul rispetto del mare e sull’integrazione con le comunità locali”.
Un evento come Slow Fish richiama una vera responsabilità civica e quando si parla di Slow Fish si parla di Genova perché la città è il mare, ha ricordato l’assessore ai grandi eventi della Città di Genova, Paola Bordilli. Anche per questo la scelta è stata diffondere gli stand di Slow Fish all’interno del centro storico della città, per far vivere ancora di più alla città e ai tanti visitatori questo percorso anche culturale e formativo, dedicato agli adulti e ai bambini. E proprio a loro sono dedicate le attività in piazza Caricamento con il percorso Fish&Tips, realizzato da Unione Europea, Mipaaf e Feamp, e l’appuntamento all’Acquario di Genova che propone un percorso di visita guidata realizzato in collaborazione con UniCredit: un tuffo nel Mediterraneo per scoprire le caratteristiche degli squali e il motivo per cui questa specie subisce gli effetti della forte pressione di pesca.
Slow Fish fino a domenica 4 luglio animerà quattro piazze del centro di Genova in un ideale percorso che, dal Porto Antico, con piazza Caricamento, passa da piazza Matteotti e piazza De Ferrari per concludersi a piazza Della Vittoria. Stand regionali con incontri e degustazioni con cuochi, pescatori e artigiani, Mercati della Terra, attività di educazione per grandi e piccini, Laboratori del Gusto e Appuntamenti a Tavola, Enoteca, Food Truck e birrifici. Il programma completo è su www.slowfish.it. Ma a Genova in questi giorni Slow Food non è presente solo con le attività di sensibilizzazione sulle problematiche (e le opportunità) che riguardano il mare e i suoi abitanti. Sabato 3 e domenica 4 infatti si terrà presso il Teatro della Corte Ivo Chiesa il X Congresso di Slow Food Italia. A Genova arriveranno 251 delegati in rappresentanza di tutte le regioni d’Italia, mentre altri 500 saranno in collegamento online per questo appuntamento che consolida le basi politiche dell’associazione. La sfida di un destino comune, il documento programmatico al centro della due giorni, è quella che Slow Food sa di avere di fronte: una sfida che ha la sua premessa fondamentale nell’impegno a battersi per un cibo buono, pulito e giusto per tutti. Una sfida che chiama a un cambiamento urgente e profondo al tempo stesso, da affrontare insieme, coltivando la rete delle attiviste e degli attivisti di Slow Food in Italia. “Siamo cresciuti con l’idea di produrre cose che durino poco e da consumare in fretta per avere sempre maggiori profitti, ma oggi, anche a seguito della pandemia, ci si rende finalmente conto che bisogna puntare su cose che durino di più e, soprattutto, che l’economia basata solo sul profitto, specie nel turismo, non ha più senso”, ha concluso Petrini.
C.d.G.