Si è conclusa per quest’anno a Milo (Etna) e nei Campi Flegrei l’estate dei vini vulcanici italiani, iniziata a maggio in Veneto con gli eventi Vulcanei e Soave Preview.
I due giorni siciliani dedicati ai vini dei vulcani sono stati fortemente voluti da Alfio Cosentino, sindaco di Milo, e inseriti all’interno della ViniMilo, manifestazione giunta alla sua 37ma edizione e che vede quasi 3 settimane di incontri ed eventi dedicati al vino e ai sapori locali. “Il sodalizio tra i territori vulcanici riuniti sotto il marchio Volcanic Wines – dice Cosentino – dura ormai da 10 anni. Abbiamo percorso questa strada assieme e si è potuto toccare con mano la crescita delle aree coinvolte. ViniMilo ha avuto un grande successo di pubblico, grazie anche alla qualità degli eventi offert”. La prima conferenza nazionale delle strade e dei consorzi dei territori vulcanici ha visto i vari protagonisti presentare le esperienze maturate in sinergia territoriale che non contemplano solo la promozione del vino, ma anche un’apertura al mondo dell’enoturismo sempre più strategico e fondamentale per la conoscenza di queste terre
Ospiti del presidente della strada dell’Etna Marco Nicolosi presso la tenuta Barone di Villagrande, si è rinnovato l’impegno dell’associazione Volcanic Wines a essere il punto di riferimento per la comunicazione e la promozione dei territori di origine vulcanica in Italia. Queste zone, da sempre dedicate all’agricoltura per la vocazione di questi suoli a prodotti di alta qualità, sono anche luoghi di storia e tradizioni centenarie che i turisti ricercano sempre di più e i vulcani sono un forte attrattore per il sentimento evocativo intrinseco in essi. Diverse sono le esperienze che sono state attivate nei vari territori. Si parte dalla ferrovia circumetnea che rappresenta un abbraccio ideale in chiave slow del territorio dell’Etna abbinata alla visita alle cantine, per passare al Volcanic Wine Park, la prima rete di imprese dell’accoglienza turistica che unisce i territori dell’est veronese e dell’ovest vicentino, con il compito di offrire esperienze enogastronomiche uniche. Il Soave presenta la sua candidatura Giahs, dove i suoli vulcanici da secoli dedicati alla viticoltura, vogliono diventare un patrimonio mondiale.In Veneto le strade del Recioto di Gambellara e del Durello stanno proponendo pacchetti turistici sotto il nome di “Gambellara è” e “antichi fossili e genuini sapori’, quest’ultima per supportare la candidatura della Val d’Alpone come sito patrimonio dell’Unesco. Sui Colli Euganei il vino e i prodotti tipici si sposano alle acque termali creando un connubio che va incontro al turista che desidera esperienze in pieno relax. Infine in Toscana e in Lazio, i vulcani di Pitigliano e della Tuscia regalano scorci sui laghi, passeggiate sulle vie del tufo e un’ottima accoglienza nelle varie strutture che costellano il territorio
Moderatore della tavola rotonda che ha visto i territori esprimere con passione il proprio mutamento, frutto di una consapevolezza sempre maggiore dell’importanza dell’enoturismo è stato Carlo Pietrasanta, presidente del Movimento Turismo del vino. “L’enoturismo ha una sola via, quella di essere totalmente inclusivo – ha dichiarato Pietrasanta – La legge che in questo momento è in discussione al senato è fondamentale per permettere al mondo del vino italiano di diventare adulto e fare l enoturismo con la E maiuscola come si fa nel mondo. Una delle speranze di tutti noi è di avere un simbolo unico che identifichi le cantine visitabili”.
C.d.G.