di Federica Genovese, Pachino (Sr)
La sedicesima edizione dell’ “Inverdurata di Pachino”, ha esaudito i desideri di chi, con grande energia e sacrificio, ha concorso alla realizzazione.
Una edizione voluta fortemente da singoli e privati. Associazioni, aziende e cittadini si sono uniti con l’unico obiettivo di valorizzare i prodotti dell’agricoltura di Pachino e le trasformazioni tradizionali dei prodotti agricoli ed ittici. Per celebrare tutto questo, la materia prima viene trasformata in arte con mosaici vegetali, composti da ortaggi e verdure prodotte in luogo che ripropongono o evocano simbologie, luoghi e storie della Sicilia. Ancora prima dell’inaugurazione ufficiale, e mentre si lavorava alla costruzione dei mosaici con grande attenzione e passione, le aziende partner, che hanno concorso alla realizzazione dell’evento e contribuito negli anni ad accrescere l’economia del territorio, aprono ai visitatori per far conoscere direttamente i luoghi di produzione.
Prima tappa le serre di Pomodoro di Pachino Igp, a Portopalo di Capo Passero, l’oro rosso della zona conosciuto ormai in tutto il mondo ed apprezzato per la caratteristica dolcezza. A gestire i semi, la riproduzione e le fasi di germogliazione dei famosi piccoli pomodori, il grande vivaio Ecofaber, una realtà assolutamente all’avanguardia nel settore in Sicilia ed in Italia.
Il vino è una voce importante nell’economia locale, infatti, prima del pomodorino, Pachino era conosciuta universalmente come “il Paese del Vino”, il suo territorio era caratterizzato dalle verdi distese dei vigneti ad alberello. I terreni che furono abbandonati, sono di recente tornati ad essere produttivi. L’ Azienda Vinicola Feudo Ramaddini, dal 2003 si dedica con costanza ai lavori in vigna e in cantina, fatti da Carlo Scollo e Francesco Ristuccia.
Storico il palmento di Azienda Vinicola Tenuta La Favola, dove la famiglia ci accoglie con tradizionali preparazioni dei prodotti dall’orto e ci guida alla degustazione dei loro vini. La pesca e la trasformazione per la conservazione dei prodotti ittici, ha reso Marzamemi un luogo conosciuto ovunque. Le aziende Campisi ed Adelfio, custodiscono e portano avanti una pratica che ha fatto l’economia del piccolo borgo marinaro. La proposta di pesce di Campisi è diventata anche un ristorante d’alto livello, che ha ospitato il tour dei giornalisti. Il Castello Tafuri, villa databile al 1935, ospita il ristorante Vidi, dove lo chef Roberto Pirelli, con il suo menù “Le Contaminazioni”, intese tra i vari territori che ha vissuto, che si esprimono in piatti quali “pecora, ostrica e Ginger beer”.