Kuntisa non è soltanto un territorio autentico e imperdibile.
È anche un modo di vivere, abbracciato alle tradizioni, ma proiettato verso il futuro. Raggiungere Contessa Entellina – il suo antico nome arbëreshe è appunto Kuntisa – vuol dire entrare in un mondo profondamente legato tutt’oggi alla madrepatria, visto che il borgo guardato a vista dalla Rocca di Entella fu fondato da gruppi di albanesi che giunsero dall’isola di Andros, in Grecia. A Contessa Entellina, che fa parte della rete dei Borghi dei Tesori promossa dalle Vie dei Tesori, la tradizione arbëreshe è profonda e radicata, e non soltanto nella lingua, ma anche nei costumi, nelle usanze. E nei sapori. Un borgo, e un intero territorio, che punta al turismo cosiddetto “slow”, quello che ama assaporare, scoprire, selezionare grazie a un gruppo di giovani straordinari produttori che hanno scelto di non emigrare e di restare nella loro terra, facendo proprie le mani operose di nonni e genitori, e aprendole alle nuove tecnologie. Adesso Kuntisa arriva a Palermo. Per tre giorni, da venerdì 9 a domenica 11 dicembre in piazza Castelnuovo, ecco “Kuntisa in piazza”, evento organizzato dal comune di Contessa Entellina con il supporto dell’assessorato regionale alle Attività produttive, nato per presentare le aziende e assaggiare le più gustose produzioni della zona, con il corredo di musica e laboratori per i più piccoli. Sarà una vera immersione in un ricco terroir dove, oltre ai vini e all’olio profumato, nascono legumi selezionati, grani antichi, miele, formaggi.
(L’Abbazia di Santa Maria del Bosco)
“Siamo felicissimi di far conoscere il nostro territorio e uscire così dal contesto locale – spiegano il sindaco di Contessa Entellina, Leonardo Spera e l’assessore al Turismo Carolina Lala -. Siamo profondamente convinti dell’unicità della zona di Contessa ma ancora di più della sua vocazione a un turismo esperienziale che si basa soprattutto sul contatto diretto con gli abitanti e con i giovani imprenditori. Faremo scoprire la bellezza di Contessa a chi non la conosce, e faremo innamorare del tutto chi la conosce già”. Ed eccoci alle aziende protagoniste nello stand palermitano: i vini naturali della famiglia Giallo e della cantina Entellano, i vini biologici e le mandorle dei Filari della Rocca, vino e olio “al femminile” di Le sette Aje, i nettari biologici di Baglio Carrubba; pecorino, ricotta e tuma di Feudo Pollichino,ricotta fresca e ricotta salata dell’azienda Costiere, i grani antichi (Tumminia, Perciasacchi e Maiorca) di Terre di Entella, uova di galline “felici” ma anche mosto e zafferano di Irene D’Agostino, ma anche le esperienze turistiche in luoghi spettacolari proposte da Annalisa Gannuscio. La mostra mercato si aprirà venerdì (9 dicembre) alle 16 alla presenza del sindaco Leonardo Spera; alle 18 lo spettacolo di piazza con Valeria Bla Bla; sabato e domenica la mostra sarà aperta dalle 10.30 alle 21, alle 18 musica live di Storie di Sicilia – la vocalist Roberta Sava con Nino Nobile (voce e chitarra) e Davide Rizzuto (violino); domenica infine alle 16,30 un laboratorio per bambini a cura del Circ’Opificio e alle 18 lo spettacolo con Fabrizio Campo. L’ingresso è libero.
E sempre nel grande stand, si potrà scoprire “Trazzere e gusto”, itinerario turistico-esperienziale teso a valorizzare proprio questo “capitale umano” che cresce dietro ogni prodotto di qualità. Aziende agricole, vitivinicole e cerealicole, apicoltori, pastori, mastri casari – dalle loro mani nascono il Pecorino Sicilia Dop e la morbida Vastedda della valle del Belìce Dop – sono le pagine di un racconto emozionale fatto di gusto, terra e persone. Il percorso che viene raccontato tramite i prodotti, si snoda tra le trazzere della valle del ramo sinistro del fiume Belìce, e conduce direttamente al borgo di Contessa Entellina, diramandosi poi per i vicoli dove sono radicate botteghe d’arte antica – l’iconografo Vincenzo Bruno, il ceramista Carmelo Giallo, lo scultore Vincenzo Muratore, il pittore Alberto Di Franco, protagonisti del progetto “Mecenati di noi stessi”, accanto al lavoro laborioso tra pizzi, fettuccia e merletti antichi di Franca Pollichino, Rita Caruso, Nicetta e Pino Lo Voi (lui crea presepi) – e si affacciano chiese di rito greco-bizantino come Santissima Annunziata e San Nicolò, o Maria Santissima della Favara. Ma è poco oltre i confini del paese a esserci una sorpresa, anzi due: l’abbazia di Santa Maria del Bosco è un luogo dal fascino antico e regale, era qui il monumento funebre che un tempo lontano era sormontato dalla testa di Eleonora d’Aragona del Laurana, uno dei pezzi più preziosi della galleria di Palazzo Abatellis. E non va dimenticata tutta la parte archeologica legata agli Elimi: l’antica Entella rivive tra le pagine degli archeologi che hanno scavato qui. Arroccato su un’altura, sembra osservare tutto dall’alto, il castello di Calatamauro una delle basi delle truppe di Federico II contro i musulmani.
C.d.G.