Parte da Parma l’intesa tra le componenti della filiera agroalimentare per affrontare la ripartenza economica post Covid.
I leader dell’industria alimentare, della grande distribuzione e dell’agricoltura si sono incontrati a Cibus Forum (che prosegue anche oggi) avviando un dialogo con il Governo, rappresentato, in presenza a Parma, da Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri. L’evento è stato aperto dagli interventi di saluto di Gian Domenico Auricchio, Presidente di Fiere di Parma, di Federico Pizzarotti, Sindaco di Parma e di Stefano Bonaccini, Governatore Regione Emilia Romagna. “L’industria alimentare, dopo essersi rivelata fondamentale nel periodo strettamente legato all’emergenza, può ancora fare da traino economico e tornare ai livelli pre crisi velocemente – ha dichiarato Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare – Questa sua forza, però, non deve essere scambiata per uno stato di benessere. Il 2020 è l’anno nero anche per il food&beverage che per riprendersi in fretta ha assoluto bisogno del sostegno da parte del Governo. Mi riferisco in particolare ai finanziamenti a fondo perduto per il settore horeca (che devono essere ben più sostanziosi di quelli stanziati nel dl agosto), essenziali per far rialzare il settore della ristorazione. Se ci sarà questo supporto, sono convinto che entro la fine del prossimo anno l’industria alimentare tornerà ad essere il volano dell’economia italiana”.
Il Ministro Di Maio, nel corso del suo intervento, ha confermato l’impegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con tutta la sua rete estera, a sostegno del comparto agroalimentare: “Vogliamo trasformare ogni Ambasciata nel mondo in una casa delle imprese, perché l’Italia e le nostre aziende devono crescere ed esportare le nostre eccellenze ovunque. Molti sono gli interventi che abbiamo previsto, a cominciare dal rilancio del settore fieristico che può ora contare su una piattaforma digitale – Fiera 365 – a disposizione degli operatori. Abbiamo inoltre creato un programma straordinario di incoming fisico e virtuale attraverso il quale accoglieremo nel nostro Paese buyer, influencer, giornalisti e altri attori determinanti per il rilancio del brand Italia nel mondo, a cominciare dalla filiera agroalimentare che ne rappresenta una delle eccellenze più conosciute ed apprezzate”.
La necessaria collaborazione tra le componenti della filiera agroalimentare è stata sottolineata anche da Giorgio Santambrogio, past president di Associazione Distribuzione Moderna e ad del Gruppo VèGè: “La grande distribuzione vuole collaborare con l’industria e l’agricoltura per affrontare le sfide del post Covid. Per esempio stiamo lavorando assieme per eliminare tutte le pratiche unfair come il caporalato nei campi e le aste a doppio ribasso. A proposito di queste ultime abbiamo sostenuto la nuova legge che è già passata alla Camera ed ora è in discussione al Senato. In confronto è aperto anche sul terreno dei prezzi e delle promozioni”.
In mattinata è stato presentato anche il report di Nielsen sull’andamento dei consumi nell’era del Covid-19. Dopo il boom nel lockdown le vendite del Largo Consumo si sono stabilizzate ma continuano a mantenersi positive. Le famiglie, ormai abituate a nuove categorie di spesa, comprano ancora surgelati, latte uht, farina, pasta, riso, prodotti igienici, etc. Il fattore prezzo sarà sempre più un fattore e continueranno a crescere le vendite nei discount e nei negozi specializzati. Avremo una polarizzazione dei prezzi, con una domanda crescente sia sul basso sia sull’alto prezzo, e decrescente nella fascia media. E l’e-commerce continuerà a crescere anche se una parte significativa del territorio non è coperta.
Una analisi condivisa da Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma e specialist nel settore Food&Beverage: “Iniziamo questo Cibus Forum in uno scenario difficile, ma con un sentiment positivo. Innanzitutto, registriamo la voglia di incontrarsi di persona da parte degli operatori e questo, per il settore delle Fiere ma non solo, è un indicatore incoraggiante; quindi intravediamo un mutamento strutturale nei consumi, a livello internazionale, che potrebbe, nel medio periodo, privilegiare l’offerta Made in Italy caratterizzata da alta qualità, prodotti di base, standard produttivi unici al mondo non solo per sicurezza, ma anche flessibilità. Infine, la visione corale della filiera, dall’Agricoltura alla Distribuzione passando per l’Industria che conferma la sua centralità anche agli occhi delle Istituzioni”.
C.d.G.