I produttori raccontano le loro eccellenze nonostante la crisi che li ha colpiti dopo il devastante terremoto dello scorso anno
di Mimmo Vita
La grande festa è già cominciata a Matelica, in provincia di Macerata, ma toccherà il culmine questo fine settimana, il 21 e 22 luglio 2017.
Come mai? Già lo slogan utilizzato è eloquente: “50 anni di Doc, il tempo che celebra la qualità”. Matelica è collocata proprio nel cuore dell’area produttiva della Doc omonima del vino Verdicchio, raggiunta cinquanta anni fa, nel 1967, proprio il 21 luglio con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale: prima Doc della regione Marche (insieme al Rosso Conero), e 14esima d’Italia. È una bella cittadina ricca di cultura. Lo testimoniano piazza Mattei (qui nacque Enrico Mattei fondatore dell’Eni e artefice delle storiche scelte del nostro paese nel settore energetico dopo il secondo dopoguerra, tragicamente scomparso in un disastro aereo molto discusso da decenni), il Museo Piersanti, il Museo Civico ed Archeologico ed il Teatro Comunale del Piermarini (stesso architetto della Scala di Milano). Anche Matelica ha pesantemente subìto, come molta parte del centro Italia, le conseguenze del prolungato sisma dell’anno scorso, ma vuole e sa reagire.
(Verdicchio)
Il territorio dove si coltivano le uve del Verdicchio di Matelica comprende il cuore dell’Alta Vallesina. Una valle particolare per le Marche, l’unica disposta lungo l’asse nord-sud, da Cerreto d’Esi (in provincia di Ancona), a Castelraimondo (in provincia di Macerata); un posizionamento che non gode della mitigazione termica del mare e che il Verdicchio di Matelica trasforma in tipicità produttive e sensoriali. Sette sono i comuni del disciplinare: Matelica, Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo e Camerino (in provincia di Macerata); più Cerreto d’Esi e Fabriano (in provincia di Ancona). Dai 300 ettari di superficie vitata a denominazione provengono 2,4 milioni di bottiglie (dati 2015), la metà delle quali varca i confini nazionali. La storia di questi 50 anni, si vanta anche di altri riconoscimenti. Dalla vendemmia 1995 la Doc può fregiarsi di due importanti varianti produttive: “Riserva” e “Passito”. Nel 2009 poi, per il Verdicchio di Matelica Riserva, arriva anche la Docg, molto interessante tanto che dal 2011 al 2015 ha più che triplicato la produzione. Il Verdicchio è un vino bianco, di colore paglierino tenue, con riflessi verdognoli. Il profumo è delicato con fragranze fresche, di frutta e floreali. Il colore tende al dorato con la maturazione, mentre volge all'ambrato nel “Passito”.
(Roberto Potentini)
“Celebrare i 50 anni della Doc – sottolinea Roberto Potentini, Assessore comunale all’agricoltura ed enologo – vuol dire esaltare un passato che è garanzia di un futuro importante; un patrimonio fondamentale per la nostra comunità provata dalla crisi economica e dal terremoto. Il clou dei festeggiamenti è per questo fine settimana”. Il programma prevede venerdì prossimo 21 luglio, nella Corte di Palazzo Piersanti, le “divagazioni conviviali” di David Riondino e la cena in piazza Mattei con le narrazioni culinarie dello chef Diego Bongiovanni; sabato l’inaugurazione del monumento al Verdicchio di Matelica, il talk show di taglio economico al Teatro Piermarini, il laboratorio del gusto di Slow food da Halley Informatica, e poi degustazioni, musica e street food in centro storico e Dario Ballantini live, ancora in piazza Mattei; domenica 23 luglio il Cinquantennale “sconfinerà” allo Sferisterio di Macerata con l’atteso concerto di Stefano Bollani. Dal 29 luglio al 3 agosto il Festival Internazionale del Folklore, porterà a Matelica suoni, danze e colori da tutto il mondo. Le celebrazioni proseguiranno in agosto fino al 16 settembre con la Festa del Patrono Sant’Adriano.
C.d.G.