Con l'ultima giornata di Grandi Langhe 2017 si è conclusa la panoramica sugli undici comuni di produzione del Barolo, dopo quelli di Barolo, Novello, La Morra, Verduno, Cherasco e Roddi è stata la volta dei vini provenienti dai comuni di Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba, Monforte d'Alba, Grinzane Cavour e Diano d'Alba.
Ma è arrivato anche il momento delle altre due Docg langhette, Dogliani e Diano D'Alba anche loro a pieno titolo coinvolte nella kermesse di Grandi Langhe 2017 (leggi qui e qui il resoconto dell eprime due giornate). Due denominazioni meno conosciute al grande pubblico, ma molto amate dagli appassionati e conoscitori della realtà enologica del territorio delle Langhe, la zona di produzione del Dogliani Docg interessa la parte meridionale delle Langhe e i vini che si fregiano di questa Denominazione devono essere prodotti utilizzando esclusivamente il Dolcetto, vitigno autoctono piemontese tra i più tipici. Anche i vini della denominazione Dolcetto di Diano d'Alba o Diano d'Alba sono esclusivamente a base di Dolcetto. La zona di produzione corrisponde con l'intera superficie di Diano d'Alba un piccolo comune collinare a sud di Alba. Data al 1986 l'attribuzione della menzione del nome di vigneto di alcune aree particolarmente vocate alla produzione di Dolcetto, che sono state chiamate “Sörì”, forma dialettale che in langhetto sta ad indicare un “luogo ben esposto”.
Sono 77 in tutto i sörì interamente compresi nel territorio del Comune di Diano d'Alba. La produzione di Dogliani Docg normalmente supera i 30 mila ettolitri anche se nel 2014 ha avuto un brusco calo, la superficie vitata invece sfiora i mille ettari. Solo poco più di 250 ettari vitati invece per la Diano d'Alba Docg con una produzione media che supera di poco il milione di bottiglie. Suggestive le location scelte per le degustazioni odierne, un edificio del XV secolo nel cuore del centro storico di Monforte d'Alba frutto di un meticoloso restauro filologico che lo ha restituito alla bellezza di un tempo e il magnifico Castello di Grinzane Cavour la cui parte più antica risale all'undicesimo secolo e sede dell'Enoteca Regionale Piemontese. Volendo brevemente tirare le somme, possiamo dire tranquillamente che l'annata 2013 di Barolo è sicuramente una buona annata che ha dato dei vini che avranno bisogno di qualche tempo in più di affinamento in bottiglia per esprimersi al meglio e trovare il giusto equilibrio tra acidità, frutto e tannini, soprattutto quelli della zona di Monforte d'Alba e Serralunga, appaiono in generale più pronti quelli di La Morra e Barolo e gli altri.
Personalmente a Barolo terrei d'occhio l'elegante Barolo Sarmassa 2013 di Marchesi di Barolo, il Barolo Brunate 2013 di Claudio Boggione e il Barolo Cannubbi Boschis 2013 di Virna Borgogno mentre a La Morra il Barolo Cerequio 2013 di Michele Chiarlo, straordinario già adesso, il Barolo Cannubbi Chiara Boschis 2013 di E. Pira, Barolo Gattera 2013 di Alessandro Veglio, il Barolo Bricco Cogni 2013 di Michele Reverdito, infine a Novello il Barolo Ravera 2013 dei Fratelli Abrigo e il Barolo Ravera 2013 di Cagliero. Tra quelli di Monforte d'Alba ci è piaciuto (ma proprio tanto) il Barolo Rocche di Castelletto 2013 di Cascina Chicco complesso e vibrante, il Barolo Bussia 2013 di Tenuta Rocca, il piacevolissimo Barolo Pressenda 2013 di Marziano Abbona bene anche il Barolo Ginestra 2013 di Diego Conterno, nella zona di Castiglione Falletto abbiamo apprezzato il Barolo Altenasso 2013 del Cavalier Bartolomeo e il Barolo Bric del Fiasc di Paolo Scavino, mentre a Rocche di Castiglione il Barolo Rocche di Castiglione 2013 di Oddero Poderi e Cantine, di Serralunga d'Alba invece segnaliamo il Barolo Cerretta 2013 di Germano Ettore. Passando al Barbaresco invece dobbiamo dire che il 2014 ci ha sorpreso per qualità e tonicità dei vini, un'annata molto interessante che sorprenderà ancora di più negli anni a venire, intanto abbiamo trovato già godibilissimi il Barbaresco Ronchi 2014 di Albino Rocca a Barbaresco, il Barbaresco Basarin Vigna Gianmatè dei Fratelli Giacosa a Neive, sempre a Neive l'elegante e tonico Barbaresco Pajorè 2014 di Sottimano, il Barbaresco 2014 dei Produttori di Barbaresco, vino quest'ultimo dallo straordinario rapporto prezzo/qualità, il Barbaresco Pajorè 2014 di Rizzi a Treiso, sempre a Treiso il Barbaresco Rombone 2014 di Figli Luigi Oddero.
Tra le riserve di Barolo abbiamo trovato molto interessanti il Barolo Riserva Coste di Rosa 2011 di Bric Cenciurio a Barolo e il Barolo Riserva Sarmassa Vigna Bricco 2011 di Giacomo Brezza e Figli, il Barolo Riserva Vignolo 2011 di Cavallotto Tenuta Bricco Boschis a Castiglione Falletto e il Barolo Riserva Arborina 2011 di Marco Curto a La Morra, bene anche il Barolo Riserva Bussia 90 dì 2011 di Giacomo Fenocchio a Monforte d'Alba, il Barolo Riserva Monvigliero 2011 Castello di Verduno a Verduno ed infine il Barolo Riserva Vignarionda 2011 di Giacomo Anselma a Monforte. Tra le riserve di Barbaresco infine non possiamo non menzionare il grandissimo Barbaresco Riserva Martinenga Camp Gros 2012 di Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Gresy e il Barbaresco Riserva Rabajà di Bera entrambi a Barbaresco, molto bene anche il Barbaresco Riserva Basarin 2012 di Punset di Marina Marcarino. Bilancio positivo quindi per l'edizione 2017 di Grandi Langhe Docg che ha chiuso con un'altissima partecipazione alle tre giornate di degustazione da parte di appassionati, buyer e giornalisti provenienti da tutto il mondo a confermare come resti sempre alto l'interesse per i vini di questo territorio culla dell'enologia di qualità italiana e da sempre conosciuto per la grande generosità dei suoi vini e della sua gente.
M.L.
ALCUNE IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE
(Colline del Barbaresco)
(Grinzane)
(La Cantina Marchesi De Gresy)
(Marziano e Chiara Abbona)
(Serralunga)