di Manuela Zanni
Cresce di anno in anno la qualità del Camporeale Day, la manifestazione alla sua quarta edizione, volta a valorizzare le eccellenze enogastronomiche dell’areale camporealese, in provincia di Palermo.
A confermarlo, oltre al notevole aumento delle presenze di visitatori che, anche quest’anno hanno affollato il baglio del Palazzo del Principe, sin dalla prima edizione suggestivo palcoscenico della kermesse, anche l’aumento della qualità delle proposte rivolte agli addetti ai lavori ma anche agli eno-appasionati. Così per il quarto anno consecutivo i numerosi partecipanti alla manifestazione hanno avuto l’imbarazzo della scelta non solo per ciò che riguarda le cantine e le aziende agricole presenti negli stand di degustazione, ma anche in merito ai workshop e alle masterclass tenute da professionisti del settore che hanno intrattenuto il pubblico con approfondimenti interessanti sui vitigni, autoctoni e non, che nel territorio di camporeale hanno trovato la propria zona d’elezione.
Si è così parlato di catarratto, vitigno autoctono legato al territorio delle Doc Alcamo, scoperto in tutte le sue declinazioni, dalla classica vinificazione in bianco, a quella spumantizzata e persino macerata. Poi è stata la volta dei vini dolci e degli abbinamenti con cibo sia dolce che salato. Interessante e ricco di spunti anche il “viaggio” compiuto da Camporeale a Cortona alla scoperta di analogie e differenze tra il syrah siciliano e quello toscano. Degno di nota anche il focus sui vini ottenuti da un vitigno spesso ruvido e ostico come il perricone, che in passato ha rischiato la scomparsa oggi tornato in auge grazie alla perseveranza dei vignaioli siciliani che oggi lo vinificano in versione rosè o che ne ingentiliscono la vinificazione in rosso con degli opportuni passaggi in botte. Infine, ultimo ma non per importanza, una bella orizzontale di grillo dall’Alto Belìce a Marsala per scoprire le differenze che derivano dai diversi territori di coltivazione del vitigno a bacca bianca più rappresentativo degli autoctoni siciliani.
Spazio anche ad una degustazione sull’olio d’oliva dal consumo alimentare a quello cosmetico e ad un cooking show sulla preparazione live della sciavata, pietanza tipica camporealese, metà pizza e metà sfincione. Grande attenzione riservata, inoltre, anche alle visite guidate nelle cantine del territorio con dei bus navetta che hanno consentito spostamenti rapidi e, in linea di massima, puntuali, attraverso l’areale camporealese. Così la manifestazione, organizzata dall’Associazione Turistica ProLoco Camporeale con il patrocinio del Comune di Camporeale, si conferma un’importante occasione per valorizzare la storia di questo piccolo comune dell’entroterra palermitano che affonda le proprie radici nel territorio ed è strettamente legata alle produzione di frumento, olio e vino oltre ad essere apprezzata anche per la lavorazione del legno, del ferro ma anche della ceramica e per l’arte del ricamo dei tessuti.