Tipicità, nuovi trend di consumo e il biologico.
Tutto questo sarà la 16° edizione del Cibus di Parma. È l’Italia che piace al mondo, anche in tempi di crisi, quella che partecipa alla fiera internazionale dell’alimentazione in programma dal 7 al 10 maggio.
Sono 2.300 le aziende del Made in Italy che parteciperanno. E ci sarà anche lo ‘Bio Organic’, con 350 aziende, dedicato al biologico, di cui l’Italia è forte produttore ed esportatore, bio che quest’anno diventa protagonista.
Nella quattro giorni, che sarà inaugurata lunedì dal ministro Catania, e che contempla, già nella prima giornata l’assemblea di Federalimentare, verrà presentato il nuovo modo degli italiani di far la spesa, mangiare, e consumare fuori casa.
Da qui i nuovi spazi dedicati, come annunciato dal Cibus brand manager Elda Ghiretti, all’industria del surgelato (Frozen Food), e alla realtà, che è in crescita, degli automated self shop, insieme a Micro Malto, corner dedicato ai micro birrifici artigianali.
Protagonisti i prodotti tipici di qualità. Dalle produzioni di nicchia presentati negli stand regionali, come il ciauscolo, il salame marchigiano che si spalma, o il lardo di Arnad, specialità della Valle d’Aosta. Tipicità che guardano sempre più all’internazionalizzazione. Con una voglia di export che spinge, ad esempio, il Consorzio di tutela della Mozzarella Campana a proporre abbinamenti inediti, come mozzarella e tequila. Il Messico, come l’India, sono infatti i nuovi mercati del cibo italiano che non è più solo di tendenza in Germania o negli Usa, ma anche nei anche nei Paesi emergenti. Sono 300 milioni gli indiani benestanti che consumano pasta, olio e formaggi italiani; in Brasile proliferano i ristoranti italiani e nei negozi crescono i consumi di pasta, salumi, formaggi, pizza e gelato; la Russia, che importa il 40% del proprio fabbisogno alimentare, compra fortemente italiano; e l’occidentalizzazione delle abitudini alimentari tocca anche milioni di cinesi e vietnamiti.
L’export dell’industria alimentare non a caso è cresciuto del 10,3% nel 2011, e le previsioni per il 2012 sono buone.
Ma il mantenimento di questi tassi di crescita dipenderà da vari fattori: la coesione dell’intera filiera agroalimentare, la cabina di regia nelle attività per l’internazionalizzazione, la capacità di veicolare i prodotti italiani nella grande distribuzione estera, i risultati della lotta contro i prodotti imitativi. Di questo si parlerà a Cibus, occasione di confronto anche su benessere e sana alimentazione. Non a caso Cibus ospita due fiere: Dolce Italia e Pianeta Nutrizione.