Sul palco Genova mentre si dibatte sulla rete delle Isole Slow con Massimo Bernacchini,
responsabile per la Toscana del progetto Isole Slow e consigliere nazionale di Slow Food
Si è chiusa l’edizione internazionale di Slow Fish 2013,kermesse che ha visto anche la partecipazione di una specificità unica dell’Italia e del Mediterraneo: le Isole Slow.
Un concetto che meglio sintetizza la filosofia Slow Food, intesa come recupero dell’identità di un territorio, attraverso l’agricoltura, la pesca e il cibo, con un unico obiettivo quello di tutelare la biodiversità del territorio, i saperi produttivi tradizionali tramandati di generazione in generazione, e soprattutto do stimolare nei produttori l'adozione di pratiche produttive sostenibili, pulite, e atte a sviluppare anche un approccio etico al mercato.
Su tutti i concetti discussi a Genova hanno prevalso quelli che fissano due linee progettuali: uno legato allo sviluppo di filiere corte con al centro il cibo locale, identificabile nel logo “Gustare le Isole Slow” ; l'altro legato al concetto dei “Residenti affettivi”, definiti con il logo “Vivere le Isole Slow”, persone che si legano idealmente ai territori insulari e ne diventano inconsapevoli ambasciatori e che contribuiscono a sviluppare esperienze di turismo sostenibile, essenzialmente fuori dalla stagionalità estiva.
Non solo degustazioni allo Slow Fish 2013, ma anche e soprattutto dibattiti per uno sviluppo sostenibile e una diversa coscienza economica. Spazio quindi, alle Isole Slow siciliane messe in relazione con le altre isole della rete internazionale delle Isole Slow ed i Piani di Gestione Locale, che rappresentano le nuove regole adottate nell’ambito della pesca artigianale della regione Sicilia e che tengono conto delle risorse ittiche presenti nei vari distretti dell’isola, e delle specificità territoriali espresse sia in termini di diversità eco sistemica, sia biologica per uno sviluppo equo e corretto di questo mercato.
Su questi due concetti, abbinati all’esigenza, su ogni isola, di procedere alla mappatura ed al censimento delle produzioni, dei territori agricoli e delle aree di pesca, dei produttori, pescatori, ristoratori, albergatori disponibili tutti insieme a scommettere su questo modello di nuovo sviluppo delle economie delle isole minori, la Rete riparte per le prossime attività per rilanciare nuovamente azioni che pongano alla base la tutela delle Isole.
Gli obiettivi della Rete sono:
– favorire una crescita culturale capace di far modificare il rapporto con i territori insulari durante tutto l'anno
– considerare l'isola nella sua complessità come luogo di interesse turistico, naturalistico, produttivo, culturale che la contraddistingue
– rivedere la concezione di isola come opportunità di sviluppo economico, incentivando le iniziative virtuose presenti e stimolando la nascita di nuove attività legate proprio al nuovo modo di unire il territorio all’uomo
– stimolare il visitatore secondo schemi alternativi a quelli tradizionali, sensibilizzarlo verso la conoscenza dei particolari contesti produttivi, culturali, sociali, non “sfruttati “e “consumati” in modo soffocante, spesso improduttivo, ma vissuti più “lentamente”, per poter gustare, godere, conoscere, rispettare, valorizzare le straordinarie ricchezze delle isole.
Roberto Chifari