di Michele Pizzillo
Un format semplificato, il primo appuntamento di Cibus Connect in programma a Parma il 12 e 13 aprile. Ma, anche, evento baricentrico nel calendario fieristico internazionale per consentire ai visitatori professionali esteri di ottimizzare il viaggio in Italia.
Infatti, per questo appuntamento unico dove esposizione fieristica, business e contenuti food&reatil si articolano in un format innovativo, orientato alle esigenze dalla community agroalimentare internazionale, è stata scelta la stessa settimana di Vinitaly e pare che Fiere di Parma stia organizzando un transfert a Verona per i 150 buyer e interlocutori commerciali di alto profilo che arriveranno nella città emiliana. Senza dubbio un’idea interessante questo format fieristico, per agevolare la conoscenza del patrimonio agroalimentare italiano in un momento di ricerca di nuovi mercati per permettere all’Italia di raggiungere il traguardo di 50 miliardi di euro di fatturato entro il 2020. Intanto, alla vigilia della manifestazione di Parma, le prime anticipazioni confermano che cresce ancora l’export del comparto alimentare italiano, facendo registrare il +3,6% e un nuovo record nel 2016 con una forte accelerazione negli ultimi mesi. E, così, l’export delle industrie alimentari italiane ha raggiunto la cifra record di 30 miliardi di euro (38 miliardi se si considera tutto il comparto agroalimentare). Un dato molto positivo anche perché si colloca in un contesto di rallentamento generalizzato del commercio internazionale. Secondo elaborazioni del Centro studi Federalimentari su dati Istat, i Paesi dove l’export alimentare continua a crescere sono alcuni mercati chiave come Stati Uniti, Germania, Francia, Spagna, Canada, Corea del Sud, alcuni Paesi dell’Est europeo (Slovacchia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Polonia) ed alcune aree medio orientali (Libia, Algeria, Tunisia). Da segnalare, finalmente, la ripresa dell’export verso la Russia, +3,4%. Mentre arretra il flusso esportativo verso Cina, Giappone, Brasile e Turchia.
Questo giustifica le preoccupazioni degli operatori su come evolveranno i mercati esteri a seguito dei molteplici cambiamenti geopolitici. Tant’è vero che la nuova fiera sarà l’occasione per discutere di questi problemi; ma, anche, per seguire il Forum Agroalimentare Ambrosetti durante il quale Valerio De Molli illustrerà i risultati della ricerca realizzata per Federalimentare e Fiere di Parma e quindi il position paper su come “Sostenere la crescita e l’internazionalizzazione nel lungo periodo delle imprese del settore Food & Beverage. Analisi e riflessioni”, nell’ambito del quale i partecipanti potranno conoscere posizionamento e prospettive del Food made in Italy rispetto alle politiche assortimentali della distribuzione internazionale. Altro dibattito interessante in programma è quello sul “Posizionamento del Made in Italy Alimentare nell’evoluzione internazionale dei consumi”, a cui interverranno speaker autorevoli provenienti dall’industria alimentare italiana e dalla distribuzione, nazionale ed internazionale come il presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia e il vice presidente di Lavazza Marco Lavazza, il ceo di Mutti Francesco Mutti e il presidente di Granarolo Giampiero Calzolari, il direttore Future Food Institute Sara Roversi e il vice chairman business dev. The Kroger Co. Alex Tosolini, l’executive vice president di Meije Peter Whitsett e il sales & mktg director Carrefour Italia Gregoire Kaufman.
Oltre al Forum, l’innovativo layout della nuova fiera prevede anche un’area molto ampia con decine di cucine dedicate agli show cooking in cui le aziende presenteranno i loro prodotti, con l’aiuto di chef e testimonial molto conosciuti anche al grande pubblico. Nonché la disponibilità di due “arene” che ospiteranno 14 panel tematici sulle tendenze, in Italia e nel mondo, del consumo alimentare, per il confronto tra management delle aziende espositrici e buyers provenienti da tutto il mondo. Le aziende presenti saranno in tutto 500, tutte italiane e selezionate tra quelle maggiormente vocate all’export, che parteciperanno ai lavori del Forum, esporranno i loro nuovi prodotti ed incontreranno circa 750 top buyer internazionali e migliaia di operatori italiani. Tra le
aziende espositrici saranno presenti anche 50 produttori di nicchia selezionati da Slow Food. Negli stessi giorni Parma ospiterà pure “Origo, Geographical Indications’ Global Forum”, il primo Forum internazionale sui prodotti alimentari ad indicazione geografica protetta, italiani e non, organizzato da Ministero delle Politiche Agricole, Regione Emilia‐Romagna, con il patrocinio della Commissione Europea, e vedrà la partecipazione di esperti italiani ed internazionali.