Presentata la Guida Osterie d’Italia Slow Food 2013 all’Eataly di Roma.
Una guida che “non include solo esperti e critici enogastronomici, ma fiduciari e soci buongustai – ha precisato il direttore editoriale di Slow Food Editore Marco Bolasco –“. Contributi garantiti dalla valutazione preventiva. “La redazione – aggiunge Bolasco – si preserva una clausola di salvaguardia nelle recensioni. Anchea tutela di un comparto di esercenti di osterie e di ristoranti che non possono vedersi tout court cancellati sacrifici, investimenti e impegno quotidiani da critiche scritte da chicchessia”.
Marco Bolasco
L’apertura ai collaboratori volontari da parte delle guide è sintomo di un trend che si sta affermando con il crescere dei social network, che vede sempre più gourmand amatoriali condividere appunti, pareri recensioni. Così ecco che da parte di alcune guide si comincia a segnare il passo per aprirsi alle segnalazioni dei collaboratori esterni al giro dei critici enogastronomici, sommelier ed esperti di enogastronomia.
In Italia prende piede una nuova via tra le pubblicazioni. Dopo la Zagat, che dal 1979 pubblica i commenti dei gourmet sui ristoranti Usa, anche nella Penisola si cominciano a raccogliere consigli di viaggiatori, come avviene su Tripadvisor, spopolano blog e guide d'autoreall'insegna del giornalismo partecipato. Lo scenario è stato analizzato in occasione della conferenza di presentazione. “Si dà voce – dicono da Slow Food – a persone che osservano la realtà locale con un occhio più simile a quello del consumatore, che hanno spesso un dialogo diretto con i ristoratori e sono parte integrante di quella microeconomia che coinvolge produttori, agricoltori e cuochi”. Il risultato? “Una selezione di osterie attente al territorio e che, con le loro pietanze, puntano alla bontà e alla semplicità” ha concluso il presidente di SlowFood Italia Roberto Burdese che ha sottolineato come la guidasia «un mattone che costruisce una comunità».