di Michele Pizzillo
Questa mattina (22 ottobre), in edicola con il Corriere della Sera, c’è la guida “I migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia” che, da qualche anno a questa parte, Luciano Ferraro, capo redattore del quotidiano milanese e il suo compagno d’avventura (ed è una vera avventura un lavoro come questo) Luca Gardini sommelier campione del mondo, selezionano nella grande offerta del vino italiano.
Da questo “grande mare che migliora sempre di più”, estrapolare solo 100 vignaioli, non è facile. Ecco perché abbiamo utilizzato il termine avventura, visto, tanto per fare un esempio, con il fermento che c’è sull’Etna, Ferraro e Gardini segnalano solo due aziende siciliane, Davide Fregonese che alla sua produzione di Barolo affianca i vini dell’Etna e Nino Barraco. Però, si rifanno con Diego Cusumano premiato come vignaiolo dell’anno e con alcune etichette presenti fra i 100 migliori vini d’Italia. Stesse considerazioni si possono fare anche con altre regioni visto che un quinto dei vignaioli presenti in guida sono toscani, 14 veneti, 10 piemontesi, 7 lombardi e friulani, 6 trentini e poi tutti gli altri, chiusura con una sola presenza per Lazio, Abruzzo, Basilicata e Calabria.
Sicuramente è stato più faticoso togliere che aggiungere. Però, resta quello che potremmo anche considerare un gioco e comunque interessante ed intelligente perché, scrivere Ferraro “come il modo di bere racconta l’anima di una persona, così il legame con la terra svela l’essenza di una cantina. Ogni scelta in campagna e tra le botti ha a che fare con la qualità, ma anche con la coscienza di abitare in un ambiente che va salvaguardato. Per questo l’edizione di quest’anno della guida lascia la parola ai produttori che ci raccontano le loro “azioni verdi”: come si fa a inquinare meno, a consuma¬re meno energia, a puntare verso l’impatto zero, mentre si lavora sul mercato del vino. La seconda novità dell’edizione 2022 è l’espansione del capitolo dedicato ai vini naturali. Non è solo una tipologia di vini che gode di un successo anche commerciale: il vino naturale è un patto di autenticità con chi lo beve. Questo non significa che sia l’unico vino eticamente corretto. Tutt’altro, è una piccola parte di un movimento tra¬sversale, che unisce artigiani del vino e grandi produttori”.
E, quindi, si può essere d’accordo con la firma del Corriere quando dice che “questa guida vuole essere uno stimolo al cambiamento, in cui coscienza verde e cultura diventano strumenti di un rilancio delle cantine d’Italia e le proietta¬no verso un nuovo Rinascimento”. Anche perché – e qui si inserisce una firma colta ed ironica del quotidiano milanese, Beppe Severgnini che firma l’introduzione (altra novità della guida 2022) “il vino è un prodotto della terra, della vite, della fatica e dell’attenzione. Il vino fa parte della vita in comune. L’Italia è l’unico Paese dove ogni regione coltiva la vite: tra un Barolo e un Aglianico c’è grande differenza, ma è la differenza che corre tra i parenti della stessa famiglia allargata. Si potrebbe scrivere la storia sociale d’Italia attraverso il vino: sarebbe una lettura lunga e interessante. C’è una parentela tra Il bevitore dipinto da Mario Sironi nel 1929 e il signore che vedete seduto davanti a voi in trattoria? Certamente sì. Ma il vino bianco nel bicchiere oggi sarebbe migliore, e una guida come quella che state per sfogliare, 93 anni fa, era inimmaginabile”.
Anche il duo Ferraro-Gardini non si sottrae al rito dei premi. Sono solo cinque che esaltano la figura del vignaiolo. E quindi, il siciliano Diego Cusumano come “vignaiolo dell’anno”, la franciacortina Chiara Ziliani (vignaiola dell’anno), la piemontese Federica Boffa (il giovane vignaiolo), la francese Alice Paillard, di base in Champagne ma anche con studi a Venezia (vignaiolo straniero) e il friulano Luca Formentini (vignaiolo verde). E, infine, i 100 migliori vini scelti da Luca Gardini, con 12 ritenuti perfetti visto che assegna il punteggio di 100/100 (6 sono Brunello di Montalcino – San Lorenzo, Casanova di Neri, Il Marroneto, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Capanna, Poggio di Sotto -, 3 Toscana – Tenuta Sette Ponti, Podere Forte, Tenuta Tignanello – igt nonché il Barolo di Giuseppe Mascarello, l’Aglianico del Vulture di Elena Fucci e il Val d’Arno di Sopra doc di Petrolo) e altri 6, con 99/100, che rasentano la perfezione (5 toscani e un Barolo). La guida è acquistabile con il Corriere della Sera a 12,90 euro, più il costo del quotidiano; però resterà in edicola per un mese.