Le recensioni di Valerio Visintin che visita i locali in incognito
da Milano, Michele Pizzillo
Vuoi mangiare bene a Milano senza spendere una fortuna? Basta un investimento di dieci euro e il problema è risolto. È il prezzo di Pappamilano (Terre di Mezzo Editore, 128 pagine), la guida ai locali milanesi scritta dal giornalista Valerio M. Visintin, che visita, rigorosamente in incognito, i ristoranti che poi recensisce per il Corriere della Sera e Vivimilano.
E, così, da 14 anni con questa guida il giornalista che gira a volto coperto, scandaglia senza sosta la ristorazione della città alla ricerca degli indirizzi adatti a conciliare la soddisfazione del palato con quella del portafogli.
Non è facile fare questa ricerca, specialmente dopo che Expo ha chiuso i battenti. “Ma la sua ombra continua ad aleggiare sulla ristorazione milanese. Abbiamo vissuto per più di un anno rapiti da una grande illusione collettiva, che prometteva turisti a frotte e danari agevoli per qualsiasi impresa mangereccia. Grazie all’Esposizione Universale, Milano sarebbe stata un terreno grasso e ubertoso. Bastava allungare una mano e riempirsi le tasche. Al richiamo di quest’aureo miraggio, si sono accese decine e decine di nuove insegne. Ma il successo di pubblico è rimasto impigliato nei tornelli di Rho e non è mai giunto nelle nostre strade”, scrive Visentin nell’introduzione alla guida. E, prosegue: “Così, ci siamo ritrovati sul groppone una moltitudine di progetti, non di rado zoppi e posticci, gettati come reti sognando la pesca miracolosa. Un’inflazione che ha scardinato gli equilibri commerciali, polarizzando l’offerta in alcuni quartieri cittadini, abbassando l’area anagrafica dei fruitori, mettendo in fuorigioco il ceto medio della nostra ristorazione.
C’è stato, insomma, un errore di prospettiva nel quale siamo inciampati tutti quanti. E specialmente il geniale popolo del fuff (blogger e giornalisti in prima fila), che ancor oggi continua a decantare la patologica fertilità della ristorazione milanese, confondendola con un segno di benessere. Ma questa insistente cecità è una manovra premeditata per convenienza corporativa e fondamentale disprezzo dei lettori”. Quello che è preoccupante, è che si avverta l’arrivo di un terremoto commerciale che investirà larga parte delle nuove e delle vecchie insegne. “Anzi, l’impressione è che, proprio in questa congiuntura di passaggio, possa essere utile uno strumento tutt’altro che infallibile, ma sincero e leale come la presente guida – dice il critico che gira coperto da un passamontagna nero -. Quindi, abbiate pazienza, ma lascio agli altri le frottole. Vi racconto soltanto, a modo mio, 150 indirizzi mediamente affidabili per mangiare a Milano, a buon prezzo”. E, così, al modico prezzo di 10 euro, il costo di Pappamilano, appunto, trasformiamo Visentin in nostra cavia per selezionare i locali in cui si mangia bene a costi molto contenuti.
La guida è divisa in due parti: da un lato 50 ristoranti strutturati, ma a buon prezzo, scelti secondo il collaudato costume del PappaMilano;dall'altro 100 cucine a presa rapida, tra osterie e locali per soste agili, ma non meno curati e apprezzabili.
Confrontando l’edizione 2015 con la nuova pubblicazione, si registrano 20 nuovi ingressi,tra le 50 insegne più “strutturate”, dice Visentin, tra cui Amilcare Manfredi, trattoria d’altri tempi a prezzi stracciati e i piccoli piatti del bistrot Assaggino, Gennaro Esposito, Lievità, Maruzzella, Orto Erbe e Cucina.
Tra le 100 proposte “mordi e fuggi” crescono invece i locali monotematici che hanno trovato una chiave diversa e divertente per rendere gustoso anche il pasto velocee aumentano le specializzazioni, tratte dal repertorio della tradizione o inventate per colpire la fantasia della clientela: i fritti, le patatine, le pizzettine, le tapas all'italiana, i paninetti al latte, i francesini mignon. Tramonta, a quanto pare, sia pure gradualmente, l’era degli hamburgeroni e dei paninazzi alti sei dita”, come sintetizza lo stesso Visintin. Ventiquattro le nuove proposte, come Squisini, regno delle “bolle ripiene”: paninetti al latte infornati già pieni di ingredienti tipici delle diverse regioni italiane: dai lombardi verza e casera fino alla calabrese abbinata tra broccoli e salsiccia e ai panzerotti pugliesi. Altra novità è Gne Gnè, tapas baralla milanese, con piccoli assaggi a metà tra Spagna e Italia, e ottimi salumi iberici. Questa fioritura di nuove insegne, alimentata dalle grandi aspettative per Expo al momento crea una sovrabbondanza di posti a sedere nella ristorazione milanese, destinata forse a vita breve.
Per agevolare l’individuazione dei locali secondo il metodo seguito dall’autore, la guida è stata arricchita di una serie di icone in modo da distinguerei ristoranti garantiti da Visintin, quelli a prezzo veramente stracciato, le cucine aperte fino a tarda ora, chi ha posti all’esterno o una cantina ben fornita, quelli che usano ingredienti bio. Poi c’è una bella mappa per individuare il locale più vicino
Si può dire che da 14 anni PappaMilano è la guida al mangiare benea un rapporto qualità-prezzo giusto e accessibile. E, dice l’editore, lo stesso che ha pubblicato altri tre libri di Visintin, “Osti sull’orlo di una crisi di nervi”, “L’ombra del cuoco” e “Il mestiere del padre”, Pappamilano vende oltre 50mila copie all’anno.