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La guida

Guida Birre Slow Food 2015, in uscita il 30 aprile. Ecco le novità

13 Marzo 2014
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Tante sorprese, qualche chiocciola in più rispetto alla precedente edizione e più concentrate al nord, e un sud vivace che mette in risalto le proprie materie prime.

Esce il 30 aprile la Guida delle Birre Slow Food 2015 curata da Eugenio Signoroni e Luca Giaccone. Oltre 400 birre degustate e 448 pagine (al costo di 14,50 euro) che dipingono una Italia che adesso può vantare il proprio stile, che ha messo le basi solide e non smette di correre affondando l’acceleratore. Da Nord a sud del Paese, nella nuova edizione della guida, emerge una qualità di alto livello diffusa. 


Eugenio Signoroni

Di questa evoluzione, o rivoluzione data la celerità e la portata di espansione di questo fermento, ce ne parla il curatore.  Il primo dato che emerge e che c’è un Made in Italy. “Lo riscontriamo nello stile – ci spiega Signoroni –. E’ il grande equilibrio,  la grande eleganza e piacevolezza. Una ricerca della bellezza che parte dalle materie prime. Una volta per spiegare la differenza tra le ipa inglesi e quelle americane dissi: le inglesi sono un brano suonato dall’orchestra al teatro, le americane lo stesso sentito a casa ad alto volume. E aggiungo, adesso, le italiane: sono un brano suonato da un’orchestra vestita Armani e ascoltato nell’impianto hi-fi più potente”.  

Va a vele spiegate questo comparto che vede protagonisti tanti giovani e che non vive nella famosa bolla della moda destinata ad implodere. La birra artigianale è il fenomeno del momento ma sta giocando le carte giuste nel modo giusto per diventare una forza produttiva ed economica solida. “I birrai hanno capito che sono bravi, che c’è da crescere, non si sono fermati e hanno limato e perfezionato la loro produzione – precisa il curatore -. Per esempio, rispetto a due anni fa, il mondo della birra è cambiato ancora. Sono stati due anni di presa di coscienza, si è diventati più consapevoli delle proprie potenzialità. Secondo me vanno verso un mercato stabile. Se ci sono industrie che hanno cominciato a lanciare birre ad alta fermentazione significa che hanno vinto loro. Si è ribaltato lo schema. Il grande produttore deve mettere sul mercato birre più interessanti altrimenti il consumatore cerca altro”.


Luca Giaccone

I piccoli, insomma, sembrano finalmente dettare legge ai grandi e cominciano a disegnare loro il mercato.  E lo fanno armati di capacità comunicativa e di marketing. “La birra artigianale è diventato un brand forte – prosegue ancora Signoroni -. Tira, spinge, tutti ne parlano. Sono riusciti a creare una immagine di autenticità, di rischio, a diffondere la forza di essere giovani. Hanno reso interessante ciò che era banale. Hanno trasformato una commodity in prodotti di tendenza. Come è successo recentemente con le farine, i grani autoctoni, i pani”.

Il successo, però, i birrifici italiani in questo momento lo starebbero raccogliendo oltre confine, soprattutto negli Usa, primo Paese al mondo produttore di birra, con 91 litri pro capite, seguito dalla Germania. “Ancora non sono così forti e apprezzati nel loro territorio come invece lo sono negli Stati Uniti o in Inghilterra. L’Italia viene considerata una delle nazioni più interessanti. Nel mondo siamo arrivati gli ultimi ma siamo arrivati bene. Siamo riusciti a far passare l’idea del Made in Italy con una forte caratterizzazione locale”. Ed è nel locale che Signoroni vede il mercato del futuro, nell’areale dove viene prodotta la birra, nel quale il prodotto può diventare collante del tessuto sociale. “Il futuro è quello di radicarsi nel proprio territorio. Come avviene nei Paesi tradizionali produttori di birra. La gente deve arrivare a consumare la birra della propria città, oggi è così per esempio a Londra, la capitale di birrifici ne vanta ben trenta. La birra è il riflesso del mondo in cui nasce. Racconta il territorio, il suo popolo, le abitudini”.

E secondo Signoroni, nel futuro cambierà anche la politica dei prezzi che sarà più aggressiva e porterà ad una abbassamento del costo della bottiglia e del boccale. Uno scenario non troppo lontano, che assumerà i suoi contorni  trascorso questo periodo di crescita che richiede ai più riadattamenti degli impianti onerosi dal punto di vista finanziario, sulla scia di un incremento del mercato che ha un che di miracoloso in questa parentesi storica.

Manuela Laiacona