Il Trentino si classifica con esemplari di eccellenza nella Guida agli Oli Extravergini 2013 di Slow Food curata da Diego Soracco e in uscita nelle librerie il prossimo 8 maggio.
I numeri di questa regione, se paragonati a quelli delle altre, sono piccolissimi ma, tenendo conto delle proporzioni, il loro peso è significativo, perché raccontano un lavoro che punta tutto sull’eccellenza anche a quell’altitudine. Si sposta, per effetto del cambiamento climatico, la linea dell'olio verso l'estremo nord della Penisola, tra Friuli Venezia Giulia e Trentino appunto nella zona del Garda, e allo stesso tempo si è riattivato un vivace recupero della vocazione olivicola che caratterizzava queste zone in tempi lontanissimi, parliamo di millenni. Su sei aziende che hanno mandato i campioni tre sono state inserite nelle categorie Olio Slow e Grande Olio. Nella prima rientrano quegli oli che rispondono ai valori di Slow Food del “buono, pulito e giusto” . Nella classe Grande Olio rientrano anche quelli ottenuti da agricoltura convenzionale e che rispecchiano il profilo dell'eccellenza.
In tutto sono stati recensiti 1113 oli. Diego Soracco, a pochi giorni dalla presentazione ufficiale di questa edizione che avverrà allo Slow Fish l’11 maggio, ci dà qualche altro aggiornamento sulle performance delle regioni olivicole rappresentate in guida, un quadro dell'annata ce l'aveva già anticipato a chiusura dei tasting (per leggere l'articolo cliccare qui). Oltre all’exploit del Trentino, le regioni che hanno dimostrato un livello qualitativo elevato sono state la Toscana, quella che ha la maggior rappresentatività con 150 aziende, la Sicilia, il Lazio e la Puglia. Ad avere ottenuto il riconoscimento Olio Slow e Grande Olio sono state in totale 82 aziende. In queste categorie la Toscana con 18, la Sicilia con 13, a seguire Lazio e Puglia con 8 aziende, la Campania con 4.
Una nota di rammarico Soracco l’ha espressa per la Sardegna. Una delle regioni d'Italia più vocate all’olivicoltura in questa edizione ha partecipato con una manciata di aziende. “Ha una grande potenzialità la Sardegna e una ricchezza del territorio straordinaria, peccato che abbiamo potuto degustare solo pochi campioni. Solo una decina i produttori che ce li hanno inviati, poca roba se pensiamo ai numeri del comparto regionale”. La sorpresa per il curatore è stato il Trentino. “Il loro punto di forza è la viticoltura non certo l'olivicoltura, eppure sono riusciti a raggiungere livelli qualitativi altissimi. Anche se sono in pochi a produrre olio, tutti lavorano bene”, dice Soracco. Si attesta come eccellenza anche l'olio del Friuli Venezia Giulia. “Dopo la gelata del ’29 – aggiunge Soracco – si è ritornati a fare olivicoltura portando a produzione cultivar autoctone dalle proprietà organolettiche interessanti”. A livello generale l’annata 2012 è buona, però, come tiene a precisare Soracco, la si potrebbe definire di “transizione”. “Bisogna considerare le differenze tra regione e regione, che sono significative perché legate alla biodiversità che caratterizza ciascun luogo – chiarisce -. C’è stata meno produzione e meno punte di eccellenza rispetto alle annate precedenti”.
La Guida agli Extravergini uscirà in libreria ad un prezzo di 14,50 euro. Numero di pagine: 448.
M.L.