(La presentazione a Milano)
Della “Guida essenziale ai vini d’Italia 2018” di Daniele Cernilli (alias Doctor Wine), Cronache di Gusto ne ha già parlato alcune settimane fa, elencando i “faccini” che segnalano i vini che superano il punteggio di 95/100 e per i quali Cernilli dice “ci metto la faccia, mi espongo in prima persona” e, che, quest’anno, sono 298 vini: i migliori.
Tutti premiati a Milano. Nello specifico i saloni dell’elegante Principe di Piemonte è la città che Cernilli sceglie per la cerimonia di consegna dei premi. E, a vedere i saloni pieni, possiamo dire che c’erano tutti i produttori dei vini meritevoli dei “faccini”. E, questo, vuol dire che è stata una vera e propria maratona. E’ stato durante la consegna dei premi speciali – 14 in totale – che Doctor Wine si è ritagliato una parte discorsiva per approfondire alcuni aspetti dell’enologia italiana; ma, soprattutto, per fare parlare i personaggi e i produttori meritevoli di un premio speciale. Cioè:
- “vino rosso dell’anno” a Giacomo Conterno con il Barolo Monfortino riserva 2010: un monumento della vitienologia italiana;
- “vino bianco dell’anno” a Silvio Jermann, con Vintage Tunina 2015: un’altra icona del vino italiano;
- “vino rosato dell’anno” ai calabresi Francesco De Franco e Laura Violino dell’azienda ‘A Vita di Cirò Marina, con Rosato 2015;
- “vino vivace dell’anno” a Giulio e Lucia Barzanò di Mosnel, con Franciacorta EBB Etra Brut 2012; EBB stà per Emanuela Barzanò Barboglio, madre di Giulia e Lucia, che iniziò a produrre Franciacorta;
- “vino dolce dell’anno” a Enzo Barbi di Decugnano dei Barbi, con Orvieto classico Pourriture Noble 2015.
- “vino dal miglior rapporto qualità/prezzo”, ex aequo il premio tra il pugliese Francesco Liantonio di Torrevento con Castel del Monte rosso Bolonero 2015 e Filippo Gaslini Alberti di Badia di Morrona con Chianti I Sodi del Paretaio 2016.
- “Premio qualità diffusa” alla Cantina Terlano/Terlan con l’Alto Adige Terlaner 2016;
- Best Italian wine award ad Antonio Moretti per Oreno 2015 prodotto dalla tenuta Toscana Sette Ponti;
- “Azienda dell’anno” è la veneta Bertani Domains, grande classico della Valpolicella che controlla anche Puiatti, Fazi Battaglia, Val di Suga, Trerose e San Leonino;
- “Il produttore emergente” è il campano Giovanni Fiorentino, autore di un Taurasi eccezionale;
- “Premio cooperazione” alla Cantina Settesoli di Menfi, in particolare alla linea Mandrarossa;
- “L’enologo dell’anno” è la star Luigi Moio, docente di enologia all’Università Federico II di Napoli ed anche produttore in proprio , che ne ha approfittato per esprimere il suo disaccordo con Riccardo Cotarella sulla valutazione della vendemmia 2016;
- “Premio vitienologia sostenibile” a Saverio Petrilli, padre della biodinamica in Italia, grande agronomo alternativo e una delle anime della Federazione italiana vignaioli indipendenti;
- “Premio una vita per il vino” ad Ambrogio Folonari che Cernilli ritiene uno dei “padri della patria” del vino italiano, che è stato ai vertici di aziende come Chianti Ruffini, Premiovini e poi le tenute Ambrogio e Giovanni Folonari.
Michele Pizzillo