Non si può più fare a meno di guardare alla Cina, anzi di andarci direttamente.
Le grandi fiere del vino aprono oramai tutte le porte alla potenza d’Oriente. Lo ha fatto il Vinitaly con il Vinitaly in Tour e con questa 47esima edizione invitando al salone decine di buyer, manager del mercato on line e il ministro del commercio estero della Repubblica Popolare Cinese Chen Deming. Anche il Prowein, che ha appena concluso la sua tappa annuale, ha deciso di seguire questa politica, e sbarcherà per la prima volta a Shanghai, dal 13 al 15 novembre, al New International Expo Centre. Andrà ad esportare il modello Düsseldorf per affiancare la rete vendita cinese nella selezione dei vini degli altri Paesi del mondo, collaborando con la Fhc China la più importante fiera sul food e sulla ristorazione del Sol Levante.
Intanto in casa il Prowein chiude con numeri da successo. Più di 44 mila visitatori in tre giorni, battendo il trend dell’anno precedente. Aumentata la presenza internazionale, la quota è salita al 40%, soprattutto manager e operatori di settore da Gran Bretagna, Scandinavia, Benelux, Nord America e Asia. Tutto il mondo rappresentato. Hanno partecipato alla fiera 40 Paesi, in tutto 4783 espositori. I territori che hanno richiamato l'attenzione del pubblico sono stati la Cina, il Libano, la Gran Bretagna e la Tunisia, apprezzati come novità. Protagonisti i grandi vini della vecchia europa, italiani, francesi e tedeschi, e i vitigni autoctoni. Sotto i riflettori i vini biologici a cui è stata destinata una piattaforma centrale all’interno del padiglione 7.1.
Maria Giambruno