Un settore dal segno “più”, quello del biologico.
A dirlo sono gli ultimi dati che riguardano la filiera dell'agricoltura bio, elaborati dal Sistema di Informazione Nazionale dell'Agricoltura Biologica: a dicembre 2012 con quasi 50 mila operatori e 1,1 milioni di ettari coltivati con metodo biologico, la crescita si attesta rispettivamente sul +3% e sul +6,4%.
Protagonista il Sud d’Italia con la Sicilia che detiene il mercato grazie a quasi 8 mila produttori bio, il 6% in più rispetto al 2011. In vetta alla classifica delle regioni più impegnate nella produzione biologica, la Calabria con poco più di 7 mila produttori (+1,2%) e la Puglia con oltre 6 mila operatori della filiera produttiva.
Il mercato pugliese, in particolare, mostra le potenzialità di crescita più rilevanti: rispetto al 2011, infatti, il “parco” produttori è cresciuto del +20,3%. In controtendenza, invece, alcune regioni, in primis la Basilicata che perde il 12,5% di operatori del settore (al 31/12/2012 circa 1.200) e l’Umbria che soffre di un -7,8% di produttori bio (anche nel suo caso ne sono 1200).
Quali i prodotti in crescita? Sul podio la coltivazione di olive (+16,2% di superficie ad esse dedicate), la frutta in guscio (+15,5%) ed i cereali (+14,4%). Per contro, mostra segnali di crisi il mercato delle piante da radice che occupano sempre meno spazio nei territori: -36% di ettari di coltivazione tra il 2011 ed il 2012.
Non si parla di un settore in crescita solo dal lato dell'offerta, ma anche della domanda. Nel primo quadrimestre del 2013, infatti, anche il consumo di prodotti biologici in Italia è aumentato. La rilevazione condotta da Ismea/GFK Eurisko per conto del Ministero delle Politiche agricole, parla del +8,8% di consumi rispetto ai primi mesi del 2012, per arrivare ad una spesa stimata in 1,7 miliardi di euro.
Attira l’attenzione, un dato. Se è il sud a produrre più prodotti agroalimentari biologici, è al nord che il consumatore è più attento: le regioni settentrionali, infatti, raccolgono da sole ben il 73% della spesa dedicata al settore biologico.
Il biologico italiano, poi, anima anche la bilancia commerciale. Secondo i dati FIBL-IFOAM ammonta a circa 3 miliardi di euro il fatturato che incassa l’Italia tra esportazioni e consumi interni. Lo sviluppo del mercato del biologico, in più, ha permesso all’Italia di posizionarsi in 4° posizione su scala europea (dopo Germania, Francia e Regno Unito) e in sesta su scala mondiale importanza del mercato bio.
Per arrivare a tali risultati, è chiaro che l'interesse verso l'alimentazione biologica ha origini ben più remote. A testimoniarlo è il SANA, il Salone internazionale del biologico e del naturale di Bologna, giunto ben alla sua 25sima edizione, al via il 7 settembre fino al 10 (www.sana.it). Un successo, quello del Salone,confermato dalla crescita degli espositori rispetto all’edizione 2012: saranno 550, il 20% in più. Occasione da non perdere per gli addetti del settore ed i bio-lovers che potranno toccare con mano i prodotti certificati sia dell’alimentazione che del benessere. Oltre al ricco calendario di convegni ed eventi, anche il “Sana Academy”, progetto che intende dare impulso alla formazione e all’educazione verso le produzioni biologiche grazie all’organizzazione di educational per gli espositori, gli operatori della filiera ed i visitatori.
L’accesso al Sana è possibile attraverso gli ingressiAldo Moro e Piazza Costituzione della fiera di Bologna, da Sabato 7 a Martedì 10 Settembre dalle 9.30 alle 18.30. L’ingresso gratuito per operatori del settore, previa registrazione, mentre per i visitatori il costo del biglietto è di 20 euro
Lucrezia Balducci