Ripetendo una felice consuetudine, anche quest'anno segnaliamo le etichette imperdibili, assolutamente da degustare, al Vinitaly, consigliate dagli esperti e critici del vino.
Lista che vuole essere una bussola per orientarsi nel mare magnum del salone oramai alle porte. Quindi, prendete nota, o meglio, stampate. Non ve ne pentirete. La prima tornata dei must della 48 esima edizione porta la firma di Giancarlo Gariglio, curatore insieme a Fabio Giavedoni, della Guida Slow Wine di Slow Food.
Marotti Campi, Rubico – Lacrima di Morro d'Alba PAD 7/hall 7 stand C6/7/8/9
Un vitigno che va scoperto e valorizzato come sa far solo Lorenzo Marotti Campi. Delicato, profumato, elegante e conveniente.
Vajra, Barolo d'Albe 2009, PAD 10 / G4
Il barolo all'ennesima potenza, profumato di viola, territoriale al massimo, pura espressione di questo terroir unico. E anche in questo caso per la bottiglia, il prezzo non è male.
Marco e Vittorio Adriano, Barbaresco Basarin 2010, PAD 10 / C1
Non chiamatelo fratello minore del Barolo perché per realizzare un vino così, in una vigna con pendenze alluncinanti, bisogna avere i “barbis” come si dice in piemontese! Sapido, gustoso, lungo, da una cantina di cui sentiremo parlare tanto in futuro.
Badia a Coltibuono, Chianti Classico 2011, PAD 9 / D9
Il vino più bello del mondo, perché nasce dal paesaggio vitato più suggestivo del nostro Paese: pievi, boschi, abbazie… Un rosso paradigmatico, che ti fa ritrovare nel bicchiere la bellezza del Sangiovese.
Corzano e Paterno, Passito di Corzano 2001, PAD 9 / E5
Chi l'ha detto che i vini dolci in Italia non sono all'altezza di quelli francesi? Zittiamo gli scettici facendogli degustare questa perla dorata.
Collefrisio, Trebbiano d'Abruzzo Zero 2013, PAD 12 / D4
Floreale, succoso, godibile. Alla faccia di chi pensa che questo vitigno non ci possa regalare emozioni, e cosa da non sottovalutare fa bene anche al portafoglio.
Ronco del Gelso, Doc Isonzo Toc Bas 2012, PAD 6 / C6
È vero, ci manca tanto chiamarlo Tocai, però non piangiamoci addosso è stato bello ma non possiamo più farlo. Ci consoliamo assaggiando questo magnifico Friulano che è l'emblema di una grandissima regione bianchista.
La Montecchia – Conte Emo Capodilista – Godimondo 2012 PAD 4 / C1
Suolo vulcanico, clima a dispetto di quanto se ne pensi mediterraneo. Siamo sui Colli Euganei con questo splendido Vino Quotidiano a base di Cabernet Franc.
Corte Sant'Alda, Valpolicella Cà Fiui 2012, PAD 12, stand A5 / D6 n. 13
Siamo stanchi del Ripasso, siamo del partito della Valpolicella fatta bene (lo abbiamo anche scritto nella nostra nuova rivista: www.slowwinemagazine.com). Corte Sant'Alda ha pochi rivali su questa tipologia.
I Custodi delle Vigne dell'Etna, Ante 2011, PAD 12 A5 / D6 n. 2
Un bianco che sconvolgerà i vostri pregiudizi sui bianchi siciliani. Ma non voglio neppure sentir parlare di Borgogna. Qui siamo sull'Etna e basta!